Speculo Specule delle mie brame…

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Un sistema truccato dove il banco vince sempre

Dopo qualche settimana dall’inizio di questo anno scolastico, è arrivato il tempo di iniziare a spiegare ai miei alunni di seconda superiore il funzionamento dei mercati, partendo dai concetti di domanda e di offerta di beni e servizi. Più che mai, mi sono trovato in grossa difficoltà, anzi direi in un vero e proprio imbarazzo. Mi sono sentito imbarazzato nel trattare di concetti assolutamente inadeguati a rappresentare, oggi più che mai, il funzionamento dei mercati, le “ragioni” e le leggi che ne determinano gli andamenti. Un imbarazzo legato anche ad una sensazione strana, come quando conosci già il finale di una storia, piena di colpi di scena, della quale però ti chiedono di raccontare con dovizia di particolari e rigoroso ordine cronologico, tutti i fatti, i passaggi, i momenti rilevanti; tutte cose che verranno, tragicamente (e tu lo sai), spazzate via dalla nuda e cruda realtà dell’ineluttabile epilogo.

Mi sono chiesto se fosse giusto proseguire, ordinatamente, alla costruzione degli strumenti necessari per far comprendere, ai miei giovani allievi, le realtà economiche complesse o se fare il “guastafeste” e iniziare dal “qui e ora”, dalle grandissime difficoltà nelle quali versano i mercati ai tempi delle pandemie, delle nuove guerre e del cambiamento climatico catastrofico, in modo da risparmiare tempo ed energie a tutti. Con dinamiche economiche e, ancor di più, finanziarie “viziate” da ogni possibile distorsione legata all’ingordigia umana (gli speculatori tout court), alla corsa al dominio incontrastato e alla sopraffazione altrui, alle lobbies, ai gruppi di potere più o meno palesi (gli speculatori carnivori)  e all’utilizzo, recente e sempre più spudorato e violento, di strumenti lontanissimi dal mondo dell’economia tali, però, da avere ricadute economiche astronomiche in positivo, come abissali in negativo (speculatori con delirio di onnipotenza), di quali regole di funzionamento dei mercati si può sensatamente parlare in un’aula di scuola, o di università? Di quali leggi, se non di quella del più forte, ci si può avventurare a trattare senza essere additato, meritatamente, quale ingenuo sognatore se non addirittura come un sempliciotto inadeguato al compito assegnato?

La mancanza di scrupoli in un sempre più folto gruppo di “operatori” o “attori” del mercato, legato a doppio filo con soggetti economici e politici forti, centro di decisioni tali da cambiare il corso della vita di un’intera popolazione in un batter di… tastiera, con una legge o un decreto, perfino di basso rango giuridico, aprendo la strada a business miliardari e bruciando ogni legge della domanda e dell’offerta, saltando gare d’appalto, controlli, limiti di spesa e ogni altra sicurezza precedentemente predisposta, sta facendo la differenza tra un sistema economico regolato dal libero mercato, pur con tutti i suoi difetti, e un mercato telecomandato che dirige dispoticamente l’intero sistema economico verso obiettivi prefissati (di pochi) a discapito dei più, di quelli che al mercato hanno affidato la loro vita, professionale, lavorativa, economica. Un sistema “truccato”, dove certamente chi ha più informazioni ha più probabilità di fare profitti (e fin qui, siamo ancora nella teoria economica) ma chi “possiede” l’informazione, e la può orientare o perfino manipolare, ha la certezza di prevalere in ogni caso. In pratica, un mercato la cui forma non si trova sui libri di economia perché, progressivamente, ha assunto le sembianze di una bisca, dove, si sa, il banco “deve” vincere sempre.

Sandro Scarpitti

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