Home Canali La polemica “…meno male che Silvio c’è…” (o no?)

“…meno male che Silvio c’è…” (o no?)

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“…meno male che Silvio c’è…” (o no?)

Noi della generazione X, ma anche quelli della Y, abbiamo vissuto la prima Repubblica, la sua traumatica fine, la nascita della seconda Repubblica e la sua altrettanto traumatica fine ed una attuale transizione verso qualcosa che a me così chiaro non è: è la terza Repubblica? E’ la seconda Repubblica 2.0? In questo contesto, inoltre, come condizionerà il futuro politico la dipartita di Berlusconi?

Prima Repubblica: dopo la 2° guerra mondiale un positivo sentimento di rinascita ha pervaso la nostra società, avendo come apice i favolosi anni ’60, stoppati dalla crisi petrolifera del 1973, poi completati con i “moderni” anni ’80. In questo periodo, dopo un inizio estremamente delicato della nostra storia repubblicana, la Democrazia Cristiana è stata una costante di governo: essa rappresentava il legame tra potere temporale e potere spirituale, era tanto caro al popolo italiano. 

Poi un bel dì, nel febbraio del 1992, in tv annunciano l’arresto di Mario Chiesa, un politico di area PSI, per aver intascato una tangente come presidente del Pio Albergo Trivulzio: da lì partì l’Armageddon della prima Repubblica. La procura di Milano iniziò una serie di indagini che scoperchiarono un sistema di tangenti a livello nazionale che colpì praticamente tutto l’arco costituzionale: le successive tornate elettorali, tutte ravvicinate dalla brevissima vita dei governi che si formarono nei 18 mesi successivi, portarono al successo della Lega e alla crescita del MSI, alla scomparsa della DC e del PSI, mentre il PCI, che stava già cambiando pelle e nome (PDS), perse una parte minore di voti.

Nel 1994 la discesa in campo di Berlusconi spariglia ancor di più le carte in tavola e inizia una nuova era politica, anche grazie al cambiamento della legge elettorale, che da proporzionale pura passa a maggioritaria con correttivo proporzionale al 25% e soglia di sbarramento al 4% (alla Camera).

La nuova era politica ha visto Berlusconi diventare un protagonista costante dell’agone politico: si sono succeduti tanti leader in questi 30 anni a destra e a sinistra, ma nessuno ha avuto sempre i riflettori puntati come lui. Aggiungo, pure troppo: avrebbe potuto ritirarsi alcuni anni fa, rimanendo come padre nobile di Forza Italia, ma l’ego ipertrofico, peculiarità del personaggio, non gli hanno fatto fare quell’auspicabile passo indietro, che magari avrebbe cambiato le sorti del suo partito e delle coalizioni di cui ha fatto parte (almeno in questi ultimi 10 anni).

 Nel frattempo si sono succeduti vari cambiamenti del sistema elettorale: quello attuale è del 2017 ed è chiamato Rosatellum, dal nome del suo relatore Ettore Rosato. Ovviamente le nuove leggi elettorali hanno portato a drastici cambiamenti di strategie politiche in termini di alleanze: pensate solo alle schizofreniche maggioranze che si sono succedute durante la scorsa legislatura (quella iniziata nel 2018). E’ qui che personalmente individuo l’inizio della terza Repubblica (o la 2.0?): dopo il successo del M5S (!!!) nasce il governo Conte I, sostenuto dall’alleanza giallo-verde dei grillini e dei leghisti, gruppi politici che se ne sono dette di tutti i colori durante la campagna elettorale, colpiti poi entrambi amnesia fulminante di massa! Ad agosto 2019 le inopinate minacce di Salvini portano alla crisi di governo e alla nascita del Conte II: nasce il governo giallo-rosso, sostenuto ancora dai grillini, accompagnati del PD. Fino al giorno prima c’erano stati scambi di querele tra questi due partiti (ricordate l’affaire Bibbiano?) e in 24 ore quell’acredine è scomparsa come neve al sole ed è scoppiato l’amore…

Basandosi su uno scaltro ed efficace calcolo politico, Renzi e Italia Viva (spin off della parte più moderata del PD) mandano in crisi il governo Conte II e, nonostante i proclami della sinistra (“C’è solo un candidato come presidente del consiglio e il suo nome è Conte”) e grazie alla paura di tornare ad una vita senza ribalta e denaro di buona parte dei parlamentari grillini, nasce il governo Draghi: tutti insieme appassionatamente, tranne Fratelli d’Italia.

Anche qui, schizofrenia a go go e nell’estate 2022 grillini, leghisti e forzisti decidono di finire il governo Draghi (il quale fece un meraviglioso discorso e li mandò tutti a farsi benedire, ma con uno stile unico…), si indicono le elezioni e arriva la prima donna presidente del Consiglio in Italia.

Cosa lascia la seconda Repubblica? Fondamentalmente disaffezione dei cittadini verso la politica: fino all’inizio degli anni ’80 l’affluenza alle urne è stata del 90%, nel 2022 del 64%.  A causa di ciò abbiamo subito governi di personaggi in cerca d’autore che hanno sviluppato prebende parassitarie elettoralistiche (come il reddito di cittadinanza) e sprechi di denaro che hanno contribuito all’impennata inflattiva (come il bonus 110%).

Un altro lascito della seconda repubblica è il voto d’impulso senza analisi e approfondimento di programmi: slogan populisti senza approfondimento di tempi, modi e risorse economiche di implementazione hanno primeggiato in pseudo-confronti politici in televisione, in cui ho rafforzato il mio dubbio della efficacia del suffragio universale.

Il mio innato ottimismo però mi fa pensare che (finalmente) qualche politico abbia ripreso ad essere ragionevole: Meloni che NON attua buona parte del suo programma elettorale populistico, ma che saggiamente prosegue sulla falsariga della famosa agenda Draghi mi fa sperare in positivo al riguardo. Il supporto che le forze del Terzo Polo forniscono di volta in volta alle proposte del governo di cui NON fanno part, ma  da loro ritenute ragionevoli, sono un altro segnale incoraggiante. I sindaci di area PD che hanno sostenuto la riforma Nordio sulla parte relativa all’abuso d’ufficio è un ulteriore segnale positivo.

Chissà se la dipartita di Berlusconi porterà una riduzione strutturale della conflittualità politica e genererà una specie di “solidarietà nazionale” che permetta alla nostra nazione di continuare (e magari accelerare) la risalita economica iniziata dal governo Draghi: certo, neo-armocromici e stellini e stelline non remano in quella direzione, ma le inversioni a 180° viste nella legislatura precedente non mi fanno escludere nulla…

Chiudo con una semplice esortazione: andate a votare sempre! Non facendolo, lasciate il vostro destino nelle mani del vicino di casa demente, del collega d’ufficio depensante o del compagno di palestra superficiale: questi personaggi poi fanno danni e voi non avreste nessun diritto di lamentela.

Meditate, gente, meditate…

Gerardo Altieri

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