Dopo due anni di bombardamento mediatico monotematico, bollettini giornalieri e palinsesti televisivi interamente centrati sull’emergenza pandemica, e poco altro, proprio quando sembrava potersi tirare un po’ il fiato, le autostrade dell’informazione sono state intasate da un altro argomento, altrettanto totalizzante: i rincari delle bollette. Pur comprendendo la gravità della questione, per le famiglie e per le aziende italiane, soprattutto se la si considera in coda a due anni di uno stato d’emergenza che ha già fatto più danni di una carestia seguita da un’invasione di locuste onnivore, qualcosa ha iniziato a non quadrare nell’atteggiamento dell’informazione main stream (tanto per cambiare), nuovamente monopolizzata da un unico tema.
Dopo alcune ricerche in rete, e diversi colloqui intercorsi con “mio cugggino” ed alcuni suoi amici, è arrivata l’illuminazione: i poteri forti stanno coprendo qualcosa di grosso. E per poteri forti, diciamolo pure chiaramente e senza remore, parliamo in particolare di EA SPORTS e KONAMI, da decenni unici competitors (degni di tale nome) nel panorama dei videogames per consolle sul gioco del calcio, con i loro storici “titoli” rispettivamente FIFA e PES. Infatti, dopo essersi scontrati per anni nelle vendite dei loro prodotti su “disco”, poi divenuti “immateriali” con la possibilità di scaricare i giochi direttamente online, la battaglia tra i due giganti dell’e-soccer si è spostato sull’online gaming, laddove EA SPORTS ha spopolato, costringendo la KONAMI, proprio per il 2022, a cambiare strategia di vendita (gratuità di una parte del gioco) e addirittura il nome del proprio prodotto da PES-Pro Evolution Soccer a eFootball. Dopo una presentazione abbastanza deludente, nel settembre 2021, del nuovo simulatore KONAMI destinato alla platea di e-sportivi, appassionati di calcio, e la promessa di recuperare il terreno perduto rispetto al “vecchio” PES (sia dal punto di vista tecnico sia per l’arricchimento delle modalità di gioco), la concorrente EA SPORTS ha provato a giocare di rimessa, per restare nel gergo calcistico, anticipando alcuni probabili movimenti in vista del 2023, primo tra tutti l’abbandono del nome FIFA, che sembra stia creando non pochi problemi alla software house Electronic Arts negli ultimi tempi.
Tanto arrosto, forse, ma di sicuro stanno facendo anche tanto fumo. E non senza ragione. Quale? Semplice. Pare che stia per finire il tempo del “duopolio” EA SPORTS/KONAMI (ultimamente, vivacizzato solo dalle “esclusive” dell’uno o dell’altro per i grandi campioni del “calcio giocato” o le squadre che acconsentono, ufficialmente e in esclusiva, ad apparire nei due videogames) e “i poteri forti” vorrebbero far passare in sordina l’arrivo di altre due campionati di calcio online globale: GOAL ma soprattutto UFL, Ultimate Football League. Proprio UFL, della Strikerz Inc., il cui game play trailer è stato lanciato alla fine di gennaio di quest’anno, sta preoccupando i colossi storici del settore tanto quanto sta entusiasmando i players di tutto il mondo (in larghissima maggioranza “maschietti” di ogni età, che, si sa, non si stancano mai di giocare). Punti di forza di UFL? Gratuità assoluta per scaricare il gioco direttamente online, così come gratuiti saranno gli aggiornamenti per tutti gli anni a seguire, prima di tutto. Di certo, però, non è questo che “intriga” maggiormente gli appassionati di e-sports.
Oltre alla lista degli “ambasciatori” coinvolti, già molto ghiotta (si parla di nomi grossi come Lukaku, Cristiano Ronaldo, Kevin De Bruyne, Firmino e Zinchenko), si parla di una game experience nella sua semplicità “rivoluzionaria”, frutto della passione di persone che, prima che sviluppatori di software, sono stati giocatori instancabili, con migliaia di ore trascorse con un joypad tra le mani, e ora pienamente consapevoli di ciò che vorrebbe il grande pubblico. Sarà data la possibilità ai players di partecipare a campionati online, creare le proprie competizioni personalizzate e, come per FIFA, cimentarsi con i Pro Club. UFL si propone, in più, come un game as a service quindi come una piattaforma di gioco che si aggiornerà anno dopo anno. I dati di gioco degli utenti non verranno cancellati al termine di ogni stagione o campionato, come accade acquistando le nuove copie degli altri giochi di simulazione. Inoltre, UFL lancia il motto (e l’approccio) “fair to play”, in contrapposizione alle modalità “pay to win” tipica di quei videogames nei quali gli utenti possono “shoppare” (vale a dire, comprare con soldi veri dallo shop online della software house) i giocatori più forti e creare, quindi, i presupposti per vincere grazie a questi acquisti. Il fair to play, di contro, vuole essere un sistema nuovo, più meritocratico, che andrà a premiare l’abilità dei giocatori (skill-first, le capacità prima di tutto), con un prodotto progettato, quindi, per creare un’esperienza di gioco equa con zero opzioni pay-to-win.
Se UFL non dovesse patire le stesse sofferenze del concorrente eFootball della Konami, dal punto di vista tecnico e della giocabilità, potrebbe davvero aprire una nuova stagione per gli esports (a partire dal calcio), soprattutto nell’ottica dell’interazione globale tra appassionati video giocatori di tutto il mondo. Con buona pace dei “poteri forti” e una certa soddisfazione di “mio cugggino” per averne svelato i piani segreti.
Nemo