Mazze e Panelle fanno i figli belli, ma l’arte li calma

0
41

Nel mondo di oggi, la mitezza è un valore sempre più messo in secondo piano. Andando a fare una rapida ricerca su internet, tra le prime definizioni che risaltano agli occhi c’è quella della Treccani: “qualità di chi è mite per natura o si comporta in modo mite”. Ma quanti di noi possono affermare con assoluta certezza di “comportarsi in modo mite” davanti ad un problema sorto sul posto di lavoro? Quanti mantengono la calma quando il proprio figlio urla e sbraita senza un reale motivo apparente? “Stacci tu tutto il giorno con un bambino piccolo, poi ne riparliamo”, questo spesso mi viene risposto quando provo a confrontarmi con un genitore.

Eppure i nostri genitori sono stati cresciuti dai nostri nonni che non facevano scenate in mezzo alla strada e non si facevano mancare di rispetto, come sempre più spesso accade oggi. “Mazze e panelle fanno i figli belli”, si usava dire un tempo. Oggi sicuramente l’educazione è impartita in modo diverso, senza l’aura di terrore che suscitava uno sguardo torvo o lo zoccolo della mamma. Ma stiamo andando verso la direzione giusta? Attenzione però, non vogliamo dire che bisogna ritornare all’educazione impartita con terrore e violenza, ma la linea che stiamo prendendo può essere considerata quella ottimale oppure si è completamente perso il valore che aveva un tempo la parola dettata dai genitori? E come si potrebbe fare per ottenere lo stesso rispetto che veniva impartito nell’educazione dei figli, ma con un approccio più mite e meno violento?

Sicuramente i genitori devono essere un esempio per i figli, perché si sa che i figli sono lo specchio dei genitori. Questo significa che devono insegnare loro a trattare gli altri con gentilezza e rispetto, devono incoraggiarli a esprimere i propri sentimenti e ascoltarli con attenzione, rispettando le loro opinioni, insegnare le conseguenze delle azioni spiegando che ad ogni azione corrisponde una reazione, che il rispetto degli altri è importante per mantenere buone relazioni e soprattutto devono incoraggiarli a sviluppare l’empatia. Insegnare ai bambini a mettersi nei panni degli altri e considerare i sentimenti può essere di grande aiuto per la crescita dei giovani di oggi.

E quale strumento migliore, tra i tanti, per insegnare e sviluppare l’empatia se non l’arte? 

Proprio grazie alla conoscenza e allo studio dell’arte, infatti, è possibile educare e sensibilizzare le giovani menti alla creatività, tolleranza e capacità di risolvere conflitti. Come? Sicuramente studiando opere che rappresentano la diversità culturale e l’empatia ed esaminando quelle che rappresentano culture e tradizioni diverse, al fine di incoraggiare la comprensione per le culture. Come tutto il ciclo pittorico di Gauguin sulle donne tahitiane dove i colori forti e decisi non vanno in contrasto con le linee nette che contornano le figure robuste delle giovani donne, ma anzi aiutano ad esaltarne lo stato di calma e pacatezza in cui vengono ritratte.

Inoltre, l’analisi e la discussione di opere d’arte che rappresentano conflitti può essere un ulteriore mezzo attraverso cui riuscire a sensibilizzare e istruire i giovani. “Guernica” di Picasso, ad esempio, è un pugno fortissimo allo stomaco, ma rappresenta idealmente il dolore e le perdite provocate da una guerra.

E cosa c’entra la mitezza con tutto ciò? Semplicemente l’osservare un’opera d’arte, anche di forte impatto come può essere il dipinto di Picasso, può essere occasione per interrompere la corsa frenetica che la vita di tutti  i giorni ci costringe a fare e ammirare tutti i colori meravigliosi di cui è fatto il mondo. Può essere occasione per fermarsi e ristabilire una connessione con sé stessi. Può essere occasione per mettere tutti i problemi di cui ci circondiamo quotidianamente da parte ed evadere per un momento dalla realtà e semplicemente guardare, e perdersi nei colori, nelle pennellate, nelle forme, negli sguardi e nelle movenze che a suo tempo sono state eseguite per trasmettere emozioni in chi le osserva, e perché no, anche per rendere più miti gli spiriti.

Roberta Conforte

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui