Dalle giornate del Vino italiano alle etichette d’autore del Vinitaly

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L’arte al servizio del vino

Giunto alla 55esima edizione, il VinItaly si conferma essere uno degli eventi più attesi del nostro Paese. Tenuta annualmente a Verona, la prima edizione risale al 1967 grazie ad un’idea di Angelo Betti e Sandro Boscaini. Il mercato vinicolo è in crisi, nelle fiere i visitatori sono più attratti dalle nuove innovazioni in campo agricolo che dal prodotto vero e proprio. Il vino non è più un alimento base della dieta, ma sta via via diventando un piacere da degustare come accompagnamento ai piatti. Così mentre Betti, giornalista e promotore della stampa agricola italiana, capisce che il vino ha bisogno di essere rinnovato e comunicato in modo del tutto nuovo, Boscaini, laureando in Economia sui canali di distribuzione dei vini in Italia, elabora pensieri innovativi e idee che si rivelano in grado di cambiare un pezzo della storia del vino italiano.

La loro idea è quella di far degustare i vini direttamente sul posto e di spostare la fiera dal mese di settembre a quello di novembre. Il 22 e il 23 settembre 1967 si svolge, così, al Palazzo della Gran Guardia a Verona la primissima edizione delle “Giornate del vino italiano” che prenderà il nome di “VinItaly” soltanto nel 1971 quando alla manifestazione si affianca anche una sezione merceologica dedicata a macchine, attrezzature e prodotti per l’enologia.

Dal 1971 ad oggi, il VinItaly ha raccolto apprezzamenti e consensi arrivando ad ospitare, nel 2019, oltre 4600 aziende espositrici da 35 Paesi confermando l’internazionalità della rassegna.

Da quel settembre 1967 certo la manifestazione ha cambiato un po’ d’abito perché non è più soltanto una manifestazione di pochi giorni in cui presentare nuovi prodotti. Dal 19 al 23 febbraio scorsi si è tenuto un Roadshow, articolato in 13 tappe su 9 Paesi, nell’ambito delle quali è stata presentata anche la 55esima edizione della rassegna. Si è partiti da Rust, in Austria, per passare a Princeton, New York, Copenaghen, Chicago, Monaco, Bruxelles, Zurigo, Londra, Cardiff fino ad arrivare a Tokyo e Seoul.

“Si tratta di una iniziativa di promozione senza precedenti nella storia della manifestazione – racconta Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere – che si aggiunge e implementa l’importante investimento di oltre 3 milioni di euro per l’incoming di buyer e operatori in vista del prossimo VinItaly, in programma dal 2 al 5 aprile”. 

Quest’anno, l’evento sarà diviso in varie aree tematiche, tra le quali il VinItaly Design International Packaging Competition che celebra la creatività e l’innovazione nel campo del packaging per vini, distillati, liquori, birra e olio extravergine d’oliva. Giunto alla sua 27° edizione, questo concorso riunisce designer, produttori e professionisti del settore per condividere le loro idee e ispirazioni, e per premiare il miglior packaging dell’anno. L’obiettivo di questo concorso è quello di promuovere l’arte e la scienza del packaging, e di incoraggiare la creatività e l’innovazione nella progettazione dei contenitori per bevande alcoliche e oli.

Ma quando nasce quest’arte del packaging, più conosciuto come etichette d’artista? Nel 1920 Philippe de Rothschild affida ad un grafico la realizzazione di una etichetta di stampo cubista che viene, però, interrotta e ripresa nel 1945, quando, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, commissiona a Philippe Jullian la prima Etichetta per la Pace. Sull’etichetta è, infatti, raffigurata un’immagine simbolica con la “V” della vittoria. Da allora grandi artisti sono stati chiamati a disegnare le etichette di Château Mouton Rothschild, come Bacon, Mirò, Chagall, Dalì, Picasso, Andy Warhol, che hanno contribuito al mito del Bordeaux più famoso al mondo, e da allora anche altre case vinicole hanno richiesto ad artisti di fama internazionale di partecipare alla creazione della propria etichetta d’artista.

In occasione dei 50 anni della cantina, Caprai ha affidato la realizzazione dell’etichetta del Sagrantino all’artista romano Paolo Canevari che, grazie anche all’aiuto e alle competenze degli artigiani fiorentini della bottega di Giusto Manetti Battiloro nata nel 1600 di cui si è avvalso, ha usato sagome in foglia d’oro per richiamare la tradizione pittorica medievale. L’etichetta minimale ed elegante rimanda, infatti, ad un’opera di Benozzo Gozzoli, il “Matrimonio Mistico di Santa Caterina d’Alessandria” del 1466. 

Un’altra azienda degna di nota è Masciarelli Tenute Agricole che nasce nel 1981 a San Martino sulla Marruccina, un piccolo paese in provincia di Chieti. Per i suoi 40 anni di attività, la cantina ha presentato il Masciarelli Art Project, un progetto che nasce con l’intento di instaurare un dialogo con artisti di fama internazionale allo scopo di raccontare con una nuova chiave di lettura il mondo Masciarelli, che diventa meta d’arte fruibile dal pubblico. Per l’occasione è stato chiamato l’artista e  designer belga Job Smeets acclamato a livello internazionale per le sue opere, che ha realizzato un’installazione nel Castello di Semivicoli di proprietà della famiglia Masciarelli, “The Harvest” (il raccolto), e un’etichetta per il Montepulciano d’Abruzzo Riserva Villa Gemma, il vino più rappresentativo della cantina. L’etichetta disegnata a mano mira a combinare il contemporaneo e il moderno su un supporto prezioso che celebra la storia della tenuta. Il castello fa da sfondo ad un tessuto naturale ed è incorniciato da api, rose, lombrichi e una coccinella, coronati da un cinghiale, animale selvatico spesso minaccia per le vigne. 

Quando si parla di etichette d’autore non si possono non annoverare quelle di Donnafugata,  la casa vinicola che ha fatto dell’arte un elemento di distinzione. Realizzate da Stefano Vitale, le sue etichette possono essere considerate dei veri e propri capolavori, piccole opere d’arte che raccontano il vino e la Sicilia attraverso un linguaggio fiabesco e femminile grazie al connubio con la titolare dell’azienda Gabriella Ronco. Dalla prima, una donna con i capelli al vento, la stessa Gabriella, sulla bottiglia dello chardonnay La Fuga, fino alle ultime novità presentate al VinItaly dello scorso anno, il bianco Passiperduti e il nero d’avola Contrada del vento, le etichette della casa siciliana sono pensate e disegnate da questa coppia creativa, e nel 2018 hanno dato vita a una mostra ospitata a Milano a Villa Necchi Campiglio.

L’etichetta di una bottiglia di vino dunque, oltre ad essere un importante elemento di marketing perché deve catturare l’attenzione del consumatore e influenzare la sua decisione di acquistare il vino, è un importante elemento di design che fornisce informazioni sul contenuto della bottiglia e crea un’immagine distintiva per il vino ed è soprattutto un’opportunità per gli artisti di esprimersi. 

E allora quale occasione migliore per farlo se non il VinItaly?

Roberta Conforte

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