L’immenso valore del viaggio interiore

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Quando l’editore di “La Città Magazine” mi ha proposto di parlare del “Viaggio” mi sono emozionata nel pensare a questo titolo e a quello che per me significa.

E ora, con commozione ed orgoglio, voglio condividere con voi alcune pagine che, in realtà, ho già scritto e racchiuse in un libro, in ricordo di Nicola, mio marito, che ora non c’è più. 

Nel libro ripercorro il senso della vita, che poi è un senso universale, che va bene per tutti: “Voglio le cose che mi assomigliano davvero, limpidezza e trasparenza senza più maschere. È questo il viaggio: fin quando non avrai, sì, non avrai imparato ad amarti”.

“Il viaggio non è nell’arrivo, ma nel viaggio stesso. Ed il miglior viaggio è dentro di noi”: questo è quello che ho scritto dietro la copertina del libro.

Ed ancora: “Caro Nicola, che cosa mi ha insegnato questo pezzo di vita vissuto con te? Mi ha insegnato che non c’è nulla da capire, nulla di razionale. È il desiderio che muove tutto, come in amore. È il desiderio che unisce le persone, non le affinità, non le opportunità, non la simpatia. È l’anima che sceglie, lo fa per il proprio percorso di evoluzione. Alla base ci deve essere l’indipendenza, questo mi hai sempre ripetuto: è la condizione sine qua non per superare i bisogni che altrimenti si proiettano sugli altri. Guai a considerare il rapporto statico e sempre uguale a se stesso. Il rapporto buono è quello sempre proteso alla ricerca delle certezze, ma guai a trovarle! Con te era come stare sempre su un palcoscenico, quello vero della vita. 

Dicevi che un grande uomo deve vivere la vita senza mai prendersi sul serio, come se stesse recitando su un palcoscenico, ed invece l’attore che recita a teatro deve convincersi talmente tanto che il suo personaggio sia vero e prendersi sul serio per riuscire nella recita. Con te non si finiva mai di stupirsi, di emozionarsi, di inventarsi la vita. Per te la vita era nel qui e ora, nel presente. Dicevi che non bisogna rimuginare sugli errori del passato, bisogna andare avanti, qualsiasi cosa sia accaduta serve per aprire una nuova porta verso il futuro. Illusioni e delusioni vanno a braccetto: proviamo delusione solo se ci siamo illusi, ma, se siamo realisti e guardiamo la vita per quello che è, tutto questo non succede.

Non ti ho mai sentito lamentarti per una giornata di pioggia o di caldo asfissiante, del resto ti ho visto tante volte camminare noncurante sotto la pioggia con il tuo cappellino di lana, o sotto il sole di agosto senza sudare. Non ti ho mai visto lamentarti per un dolore o vantarti per un successo. Non ti ho mai sentito fare discorsi banali; ma sempre volti alla crescita personale.

Ti ho visto essere un riferimento, un maestro di vita per molti, infondere incoraggiamenti e spunti di riflessione e di autoanalisi.

Ti ho visto spesso in silenzio, in un silenzio sacro che, se presente fra noi, non era un vuoto, ma qualcosa che ci univa ancora di più.

Ti ho visto vivere tutti i sentimenti, in una manifestazione mai banale, perché eri vero fino in fondo. Hai sempre detto che i momenti di crisi sono una benedizione, perché è nelle difficoltà che cresciamo e viene fuori il meglio ed il peggio di noi, entrambi necessari per il nostro percorso di evoluzione. 

Siamo gli scultori di noi stessi, ci dobbiamo spogliare dei valori comuni, delle proiezioni, di quello che gli altri, nel bene e nel male pensano di noi. Mi dicevi che il viaggio non era nell’arrivo ma nel viaggio stesso, e ancor di più, che il miglior viaggio è dentro di noi. Grazie Nicola.”

Ed oggi nel mio viaggio tre sono le cose per me essenziali: il tempo, lo spazio e l’amore, in ogni sua forma. Tutto il resto è relativo!

Spero che queste riflessioni possano essere uno spunto per ognuno a fare della propria vita un opera d’arte e del proprio viaggio una grande bellezza.

 

Tratto dal libro “Un altro giorno ancora… con te” pag 53, 141-142. Ed Mondo Nuovo. Anna De Antoni

Dott.ssa Anna De Antoni

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