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I soldi come moltiplicatore del bene comune

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I soldi come moltiplicatore del bene comune

Conoscete una sola persona che non abbia mai pensato o pronunciato questa frase? Dico, ogni giorno? Io si, conosco gente che ha smesso di pronunciarla da quando ha capito realmente il significato della frase ‘i soldi mi servono’ cioè loro servono me.

Avete presente quando vi sedete al bar? Qualcuno può avere il dubbio, a meno che non si tratti di casi eccezionali, che il cameriere venga o non venga a chiedervi ciò che vi serve, e, successivamente a portarvelo? Bene, il flusso di denaro con il quale avrete a che fare dovrà essere regolato proprio da questa comunicazione, e la cosa fondamentale sarà questa: nel momento in cui ‘il cameriere’ verrà a prendere l’ordinazione, voi dovrete sapere esattamente ‘cosa’ chiedere, ed il cosa chiedere dipenderà in realtà da un’altra cosa: ‘il perché’ state chiedendo ciò che state chiedendo, e mi spiego.

Voi, se aveste la supervisione di una situazione specifica, generale, portereste più denaro a chi realmente è intenzionato a creare qualcosa o chi ne è meno intenzionato? Vado oltre: apprezzereste più chi poi questo scopo lo terrebbe più per se, o qualcun altro che avesse aperto al suo il suo scopo ad un bene un po’ più ampio? 

Così dovremmo pensare di rivolgerci ai soldi, sapendo cioè di comunicare con ‘loro’ avendo una vera e propria comunicazione, se è vero che tutto è parte del tutto e se è vero che ciò che vediamo è fatto della stessa energia che percepiamo e che poi in seguito la vediamo assumere diverse forme in materia.

Dovremmo inoltre, per poter arrivare in modo ‘pulito’ a quel bellissimo incontro con i soldi, partire anzitutto con un’intenzione che parta dalla volontà di essere serviti perché si vuole servire: si vuole servire per creare posti di lavoro, per offrire un servizio, per migliorare la propria condizione ma anche e soprattutto quella di chi ha bisogno della nostra energia, da qui potrebbe e dovrebbe nascere un dialogo infinito in grado di farci capire che ‘servire’ è compito di tutti, nostro quanto dei soldi, permettendo all’intero flusso di non avere mai alcun tipo di interruzione.

Ecco, in linea generale, questo sarebbe un ‘chiedere all’Universo’ del denaro in modo cosciente, avendo cioè già dato del valore a quel denaro ancor prima che ‘arrivi’, perché è stato messo del valore nella propria intenzione, non è meraviglioso?

Ora: il Mondo a volte sembra non avere una logica, è la verità, tante persone sembra non ricevano ciò che ‘meritano’, sembrerebbe un’altra verità, ma a voler ben vedere, forse, e lo dico come forma di riflessione, il punto da ‘snodare’ è che ci si accontenta, o no? Si, io sono convinto che ci si ferma molto, troppo spesso, prima dell’arrivo.

L’universo ha delle leggi specifiche che non sono quelle che noi pensiamo di aver capito e ci sforziamo di ‘tramandarle’ ormai dai secoli dei secoli: vi pare però che il Mondo in cui si vive sia in gran parte ‘funzionale e funzionante?’ Mi pare di no, quindi quelle tante cose che presumiamo di aver capito forse dovremmo rivederle, e nel caso specifico, parlando di denaro, partendo forse proprio da come formulare la richiesta.

Dovrei anche entrare nello specifico e parlare di ‘sussistenza’ e redditi complementari, ma politicizzerei l’articolo, e non voglio, voglio continuare a pensare che si possa in modo molto fluido avere un sogno, esplicitarlo, ed avere gli strumenti, anche e soprattutto economici, per poter essere ‘serviti’, come si merita la dignità di ogni persona: sembrerà utopia, ma è solo perché il Mondo ha perso un po’ di colore.

Che Voi possiate realizzarvi, Sempre. 

Giuseppe Percoco

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