Parità di Genere

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Uno dei punti chiave dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 

Mi rendo conto che leggere ciò che scrivo, porta spesso a dover fare una pausa e ad interrompere, per molti, quelle certezze rassicuranti che la matrix costruisce sempre più accuratamente, di colore e diametro che ormai corrisponde esattamente alla propria proiezione ottica: non vi vedono cioè solo nel presente, sanno già quello che sarete, voi no, ma loro vi vedono già camminare, agire, con sempre meno tempo, per pensare.

Quindi il titolo di questo articolo, nasce scritto in questo modo, perché l’udito sociale, accetta di comprenderlo, pressoché, solo in questo modo; voglio dire che, nonostante una certa indifferenza poi, se alle notizie non seguono i fatti, il lettore vuole essere sempre rassicurato su ciò che gli cadrà tra le mani: avete visto quanto, nonostante il carbone, siano belle le calze delle befane? 

Bene: non ci sarà alcuna parità di genere, anche perché, un occhio attento vede che la lotta non è più a favore della parità, ma contro i generi, o no?

Guardate quanto con il gioco, nell’arco di 30 anni, siano riusciti a proiettare nella realtà quello che era tra le mani dei bimbi: una Barbie sempre più bella e attenta all’estetica, che a questo punto aveva bisogno di un compagno altrettanto ruspante: Ken, ed ecco nati gli anni ‘70 in America, ed ‘80 in Italia e nel resto delle civiltà occidentali.

Un passo, ed un altro, ed un altro ancora, del consumismo ovviamente, e non è bastato più che l’utente comprasse tutto ciò che era da comprare, e quindi cosa rimaneva da poter far comprare all’utente? Il proprio corpo.

Avete letto bene, il proprio corpo.

Già perché vedete, qui non si tratta più di far valere i diritti di un genere, che nel momento in cui viene tagliato a metà, subisce la prima forma di discriminazione: potremmo parlare di genere umano, e i problemi non nascerebbero neanche, ed invece si deve parlare dell’aria fritta, riproposta in diverse salse, a seconda dell’epoca storica, e senza risolvere nulla! Perché non c’è proprio nulla da risolvere: la tutela della vita di qualsiasi essere umano è, e rimane da sempre e per sempre la sola priorità in ogni parte del Mondo, non c’è molto altro.

In base ai gusti sessuali, a preferenze professionali, e a tutte le scelte che prevedono un libero arbitrio da parte della persona, lo dice la stessa premessa: esiste un libero arbitrio che nel momento in cui non lede nessun altro, rimane tale.

Perché allora questo voler insistere o rimarcare dei concetti che dovrebbero essere ben lontani dalle discussioni? Per strumentalizzare il terreno. E chi vuole strumentalizzare ad ogni costo ed in ogni ambito ormai, il percorso del genere umano, che tipo di parità può garantire, e di conseguenza, che tipo di sviluppo sostenibile?

È di qualche giorno fa l’immagine di una Biancaneve transessuale – entro in un campo minato, non mi interessa – di un fumetto per bambini dove sole e luna sono entrambi omosessuali, e potrei continuare: e allora? Nel senso, a chi interessa la preferenza sessuale del sole? Voglio dire: fino ad oggi, qualcuno si era posto la domanda, per nulla pertinente ad un contesto fiabesco, di quale fosse la preferenza sessuale del sole? Ecco, imparate a fare questo: quando vedete un’impronta di cioccolata su una torta che vi vuol essere venduta come torta ai mirtilli, imparate a porvi qualche domanda, non solo è facile, è doveroso. 

Voglio dire che, l’uomo del XXI secolo, sempre ad opinione di chi scrive, dovrebbe entrare nell’ottica di ragionamenti che vanno verso l’unificazione e la parità, assoluta, ed anche se una ‘proposta’ potrebbe essere presentata in funzione di questo principio, in realtà, nel momento in cui si parte praticamente – facendo credere di tendere alla distensione orizzontale di un diritto – da considerazioni che marcano le differenze tra due (o più) ipotetici generi, si va esattamente in direzione contraria.

La soluzione quindi qual’è?

Non far parte, né in un senso, né nell’altro, di un sistema che ci vuole impegnati in uno stallo mentale.

La verità, la propria verità, la funzione umana, può essere trovata solo nel momento in cui, si indaga dentro se; e per quanto questo passaggio possa apparentemente sembrare piccolo, è espansivo, è oltre misura espansivo, e quindi lo è anche in termini di coscienza universale.

È nell’atto del silenzio che si fa spazio ad una realtà immensamente più illuminante di quella mentale, che continua, come si vede, a ragionare in una logica che nulla ha a che fare con la vita.

Il disarmo di una coscienza che non è più coscienza, è l’unico strumento che porterà ogni individuo ad avvicinarsi nuovamente a quella sorgente che permetterà agli esseri umani di fluire: non è l’uomo il flusso, questa è pura arroganza, l’uomo è semplicemente chi deve farsi portare, o trasportare dal flusso, perché riconoscendo e vedendo chiaramente la propria ‘piccolezza’, scoprirà la propria grandezza: proprio lì, in quel punto.

Non è agire, ma ascoltare, dove l’ascolto questa volta, non sarà più nei confronti di altri uomini, e quindi di matrimoni e sodalizi terrestri, qui si sta parlando di raggiungere un matrimonio cristico, dove tutto scompare, e dove nello stesso momento tutto appare, perché si lascia un tutto umano, che in realtà non è nulla, a favore di un nulla divino, che invece è tutto.

Giuseppe Percoco

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