“Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.” [Proverbio nativi americani]
Nessuno ha bisogno di denaro ma di quello che col denaro può ottenere o che “crede” di poter ottenere.
Quanti bisogni dobbiamo soddisfare? Quante cose dobbiamo acquistare per avere qualche barlume di felicità?
Nella tua mente saranno partiti mille pensieri accompagnati da altrettante immagini, nel tentativo di rispondere a queste domande: auto, moto, barche, viaggi, case, piscine, gioielli, un giro dal chirurgo plastico, una corte di sudditi acclamanti (ma sì, perché porre limiti?) e chissà cos’altro.
La verità è che tutte queste cose sono effimere e non hanno mai reso felice nessuno.
Ma se ti chiedessi quali siano le cose che il denaro non compra, scopriresti che sono tutte quelle davvero importanti: l’armonia con la tua famiglia, l’amore corrisposto, un abbraccio di una persona che non c’è più e altre cosucce di questo genere.
La domanda che molti si sono posti è: il denaro fa la felicità?
Altri, un pochino più attenti, si sono chiesti: ma non è che è la felicità che fa il denaro?
Quale che sia la risposta giusta rimane che la ricchezza economica è solo un accumulo di una valuta convenzionalmente accettata all’interno di gruppi sociali più o meno grandi.
Dollari, euro, rubli, bitcoin, sardex, abrex, sono tutti sistemi che, per differenti ragioni, consentono di scambiare beni e servizi all’interno di gruppi che hanno deciso di riconoscerne il valore.
Anche se sembra uno scherzo, c’è qualcuno che ha pensato bene di scegliere un parametro oggettivo che permetta a tutti di comprendere il vero valore di ogni valuta, creando un parametro oggettivo: il big mac index*.
Al di là dell’inevitabile ironia che scatena questo “indice”, lo stesso rivela quanto le differenti valute non abbiano alcun senso fino a quando non le riferiamo a un prodotto o a un servizio.
In sintesi, o forse dovrei dire “in soldoni”, la valuta non ha valore fino a che qualcuno non la scambia con qualcosa di tangibile o fruibile, per cui il denaro non può mai essere l’obiettivo ma il mezzo per raggiungerlo.
Molti imprenditori e/o professionisti commettono questo grave errore di porre il fatturato come obiettivo, senza rendersi conto che nessuno è davvero motivato dal denaro, se si fermassero a pensare un attimo, si accorgerebbero che nemmeno loro stessi provano il men che minimo brivido per il denaro in sé.
I grandi del mondo, in ogni epoca, hanno raccolto milioni di persone che hanno dato perfino la vita per un ideale, per cambiare qualcosa di importante ma nessuno ha saputo infiammare i cuori con il denaro.
Chi muove le persone con l’illusione della ricchezza, si trova intorno persone fino a che tutto va bene, ma al minimo problema si ritrova solo in men che non si dica.
Chi muove i cuori per qualcosa di valore, ottiene il più grande sostegno proprio quando ci sono le difficoltà, perché chi sta inseguendo un sogno non conosce fatica e trova sempre nuove risorse per fare quel passo in più che lo avvicina all’obiettivo.
La differenza tra questi due stili di leadership e che il primo si fonda solo sulla meta, mentre il secondo ha le basi nel piacere del camminare insieme verso la meta, per cui i primi si arrendono se vedono la strada troppo in salita e pensano che la meta diventi difficile da raggiungere, mentre i secondi si appassionano e si ingegnano per aiutarsi gli uni con gli altri per godersi il progredire del cammino.
Ma che ci vuoi dire che il denaro è inutile o addirittura dannoso?
Certo che no, anzi, è decisamente utile e necessario nel mondo in cui viviamo, ma va fatta la giusta differenza tra il prezzo e il valore: il denaro serve per pagare il prezzo, ma non può comprare il valore.
Se hai un’azienda o sei un professionista, devi assolutamente saperti vendere senza farti comprare.
Se vuoi approfondire quest’ultimo concetto, scrivi al direttore così ci facciamo un seminario.
Ezio Angelozzi
Formatore e business coach