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I segreti per riconoscere una “bufala”

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I segreti per riconoscere una “bufala”

Qualsiasi notizia oggi è alla portata di tutti. Basta accedere ad un motore di ricerca da pc, tablet o smartphone, e ci ritroviamo catapultati in una stanza con tante porte, infinite, tutte diverse tra loro, una sopra l’altra senza un apparente ordine logico, che danno accesso a tante altre infinite stanze. Siamo liberi di scegliere quale porta aprire, liberi di scegliere se chiuderne una e aprirne un’altra. Può anche capitare di aprire una porta e trovare un’altra stanza con tante altre porte all’interno. Beh, possiamo scegliere se restare lì o tornare indietro. E non ci preoccupiamo di chi abbia creato quella stanza e quelle porte. Apriamo, entriamo, curiosiamo, torniamo indietro e chiudiamo.

Ecco, questo è un po’ quello che succede con le notizie prese su internet. Ci facciamo incuriosire dal titolo di una notizia, apriamo la pagina che l’ha pubblicata, leggiamo il testo, torniamo indietro e ne apriamo un’altra, senza accertarci che ciò che abbiamo appena letto sia effettivamente una notizia reale, vera. La prendiamo come tale perché si trova su internet. Ma su internet oggi ci si può trovare di tutto e il rischio è proprio quello di imbattersi nelle cosiddette fake news.

E anche il mondo dell’arte è stato ed è vittima della divulgazione di queste false notizie, grazie anche e soprattutto alla velocità con la quale oggi corrono sul web. Così è capitato di leggere che la Pittura Metafisica di Giorgio De Chirico sia stata ispirata dalle piazze deserte di Roma in seguito alla diffusione dell’epidemia Spagnola tra il 1918 e il 1920. O che Picasso abbia dipinto Guernica per omaggiare un suo amico morto in una corrida. Oppure che il bronzo del Pantheon non sia stato usato per realizzare il baldacchino di San Pietro ma armi e cannoni. O ancora che l’orinatoio di Duchamp sia stato realizzato da una donna. 

Tutte notizie che ad occhi ed orecchi non esperti potrebbero sembrare veritiere. Come fare, quindi, per non cadere nella trappola delle bufale artistiche? Ecco i principali punti da tenere in considerazione.

Sicuramente verificare l’autore e controllare che l’articolo che riporta la notizia sia firmato. Nel caso in cui non lo fosse, quasi sicuramente si tratta di una notizia presa da un’altra testata e riportata nel blog o sito che si sta visitando. 

Verifichiamo che il sito che rilascia l‘informazione sia un ente istituzionale. Il British Museum, ad esempio, o gli Uffizi hanno un loro blog dove riportano notizie, scoperte e ricerche scientifiche.

La pubblicità presente nella pagina visitata, poi, non deve essere eccessiva e soprattutto non deve discostarsi enormemente dal mondo dell’arte. Se così non fosse, siete incappati nel meccanismo del clickbaiting: non si tratta di un virus tranquilli, semplicemente di un metodo per attirare lettori e guadagnare attraverso gli introiti pubblicitari.

Un linguaggio troppo sensazionalistico dovrebbe farci insospettire: gli studi accreditati utilizzano un linguaggio pulito e preciso, privo di errori ortografici.

Infine, la presenza di link che rimandano ad altre fonti indica l’autorevolezza di quella notizia che si avvale anche di altri pareri e quindi indice di ricerca approfondita.

Adesso che abbiamo tutte le nozioni per poter diventare scovatori di bufale artistiche, non ci resta che divertirci. Buona caccia!

Roberta Conforte

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