
Correvano i primi anni del dopoguerra quando l’elegante ed umoristica penna dello scrittore parmense Giovanni Guareschi (Fontanelle di Roccabianca 1908 – PR – Cervia 22 luglio 1968 – RN) scrisse il suo capolavoro Don Camillo, un romanzo tradotto in tantissime lingue da cui ne fu anche tratta una fortunata serie di film. I protagonisti delle pellicole furono l’attore italiano Gino Cervi (il sindaco di Brescello Peppone) ed il francese Fernandel (il parroco del paese). Queste opere cinematografiche dovevano essere girate nei pressi del paese natìo di Guareschi. Però ciò non fu possibile poichè molte scene dovevano essere girate sia all’interno che all’esterno di realtà ferroviarie. Siccome nella piana geografica dello scrittore non erano presenti impianti di questo genere, la scelta cadde sulla località di Brescello (RE) in quanto si presentava simile dal lato paesaggistico ideato dallo stesso scrittore. Dapprima i due attori non nè vollero sapere d’impegnarsi nel girare i film. Dopo diverse trattative furono convinti. E proprio questa accettazione divenne la loro grande popolarità nell’ambito della cinematografia italo – francese. I film furono girati sia nelle strutture cinematografiche romane della Cineriz ed in buona parte nella località della bassa reggiana. Gli episodi sono ambientati in un minuscolo fazzoletto qual è Brescello, un paese in cui succede di tutto. Gente semplice lavoratrice ma molto divisa dalle idee politiche. Da una parte il sindaco comunista Peppone e dall’altra il prete democristiano Don Camillo. Erano questi gli anni in cui il popolo italiano si leccava ancora le ferite prodotte dal termine della seconda guerra mondiale, il periodo della ricostruzione e della progressiva ripresa economica italiana. Peppone e Don Camillo erano inevitabilmente nemici ma allo stesso tempo legati da una indissolubile fratellanza che sempre li legava. Si erano entrambi arruolati nelle compagnie partigiane combattendo contro le insidie nemiche gomito a gomito. E questo loro ideale comune a maggior ragione fu il collante chi li unì eternamente. La serie dei film è suddivisa in cinque episodi. ‘ Don Camillo ‘ 1952, Il Ritorno di Don Camillo, 1953 con la regia di Julien Duvivier, Don Camillo e l’Onorevole Peppone, 1955, Don Camillo Monsignore… Ma non Troppo, 1961 con la regia di Carmine Gallone, ed Il Compagno Don Camillo, 1965, con la regia di Luigi Comencini. Doveva essere girato un altro film ‘ Don Camillo e i Giovani d’Oggi. Questa pellicola rimase incompiuta perché Fernandel si ammalò gravemente per poi morire (Parigi 1971). Tre anni dopo morì Gino Cervi (Punta Ala 1974). L’associazione ‘Amici di Don Camillo’ è anche presente sul social Face Book ed il suo obiettivo è quello di promuovere la cultura guareschiana con particolare riguardo a questi film che hanno ottenuto molteplici riconoscimenti di critica e spopolando nelle sale cinematografiche con altissimi record d’incassi. Ancora oggi, l’arte cinematografica, crea dipendenza al bello ed arricchisce la nostra memoria per aiutarci a leggere meglio il nostro futuro.
Gian Luca Padovani