Essere Donna nel 2022 è completamente diverso dall’esserlo nel 1722. Essere Donna nel 2022 significa sentirsi libere di indossare ciò che si desidera, di non sentirsi gli occhi puntati addosso per aver indossato una minigonna, di girare di notte per le strade della città senza avere paura, di avere uguali diritti e doveri di un uomo nel posto di lavoro, di non sentirsi giudicate durante un colloquio perché si desidera diventare madri. Essere donna nel 2022 dovrebbe essere così, ma siamo ancora notevolmente lontani dall’ottenere questi risultati a livello globale.
Pensiamo a quanto è recentemente successo in Iran: Mahsa Amini, una giovanissima ragazza curdo-iraniana, è stata picchiata a morte soltanto per aver indossato male l’hijab. Un gesto che ha colpito tutti, che non può passare silenziosamente nelle nostre case e finire nel dimenticatoio nel giro di qualche giorno semplicemente perché “queste cose accadono dall’altra parte dell’emisfero”. A quante altre donne verrà tolta la voce prima di capire che nel 2022 non è più accettabile sentir parlare di disuguaglianza, maschilismo o ancor peggio violenza?
Alla fine dei conti siamo tutti uguali, si sa che su questa Terra siamo solo di passaggio, perché continuare a sprecare tempo in giochi di potere, malati e contorti, perché continuare a divertirsi nel vedere una qualsiasi persona in difficoltà al posto di mettersi nei panni dell’altro e dargli una mano?
Forse siamo ormai troppo abituati a ridere dei video che passano in televisione o nel grande mondo di internet in cui si vedono persone che cadono, si fanno male, litigano, si arrabbiano per pensare che non viviamo in una grande candid camera e che prima o poi tutti saremmo costretti a confrontarci con la realtà che arriva come una doccia fredda agli occhi degli spettatori inermi.
Perché che lo vogliate accettare o no, sebbene sia stata repressa, messa da parte, ammutolita, sminuita, la voce della donna si è sempre fatta sentire.
Basti pensare al Manifesto delle Guerrilla Girls, un gruppo di artiste-attiviste, famose, oltre che per i loro poster, per il fatto di essere anonime e per la loro abitudine di presentarsi in pubblico indossando maschere da gorilla, il cui poster più famoso è “Do Women Have To Be Naked To Get Into The Met. Museum?” (le Donne devono essere nude per entrare nel Met Museum?) del 1989 ispirato al famoso dipinto “La Grande Odalisque” del 1814 di Jean-Auguste-Dominique Ingres. Nel poster delle Guerrilla Girls, però, la donna sdraiata indossa una maschera da gorilla. L’immagine è accompagnata dalla frase che recita “less than 5% of the artists in the Modern Arts Section are women, but 85% of the nudes are female”, (meno del 5% degli artisti nel settore dell’Arte Moderna sono donne, ma l’85% dei nudi sono femminili) a dimostrazione del fatto che le donne all’interno dei musei sono spesso solamente partecipi in modo passivo e non in modo attivo.
Quanto ancora dovremo aspettare prima che le cose cambino definitivamente? Quante altre donne dovranno dare la loro vita per colpa di un sistema malato e datato? Quanto tempo ci vorrà prima che una donna si senta definitivamente donna non meno di un uomo?
Dovremmo, forse, aspettare il 3022?
Roberta Conforte