L’amore è scambio di abbracci affondati, un bisogno di nodo (Erri De Luca)
Corde, intrecci che come una chioma scompigliata tracciano la trama legata e slegata della vita. Filamenti di luce e immagini sovrapposte delineano l’arte impegnata e a tratti spirituale che Patrizia Franchi espone, in concetti da analizzare e comprendere, ma che si lasciano abbracciare, accoglienti e permissivi concedono a ogni sguardo libera interpretazione.
Le sue opere esplorano tecniche diverse, dalla pittura, al materico, all’installazione, alla fotografia. Come è arrivata alla consapevolezza che l’utilizzo di più elementi è necessario per far arrivare le sue emozioni?
La voglia di conoscere e andare oltre probabilmente mi ha permesso di sperimentare nel corso degli anni più vie emozionali. L’ Arte per me è nutrizione. Provate a immaginare una bimba che prova la cioccolata o un gelato ma è attratta anche da una peperonata con l’uovo. Da buon abruzzese direi che le mie opere hanno la stratificazione di un timballo o di una “pizza dogge”, ma anche l’aggrovigliamento di una chitarra con le polpettine mangiata in riva al mare o di un brodetto di pesce assaporato a campo imperatore. Con ciò voglio sottolineare che ho necessità di esprimermi con più “pietanze” e assaporare attraverso tutti i sensi l’incontro con la realtà fisica e quella spirituale. È come entrare nella bocca della balena di Pinocchio, dove c’è Geppetto ancora a lavorare un pezzo di legno e a ricreare la vita.
Cosa rappresenta per lei la corda?
La mia ricerca artistica è una pittura meditata, governata, scelta, costruita strato dopo strato. Sono sempre in cerca di quel bagliore attraverso la materia. La corda diviene come il colore uno strumento di luce. È una incessante volontà di creare un’alchimia. La corda che si gira, si annoda, si colora di oro, argento e di tonalità vibranti, diventa colonna vertebrale e traccia le curve dell’anima. E allora non è difficile scoprire che in queste corde c’è l’importanza dei sentimenti, di quelle emozioni che si mescolano durante un incontro e di quel cuore che dono ai vostri sguardi racchiuso in infiniti legami. Le corde si intrecciano, delimitano, e attraverso il gioco delle forme creano dei pieni e dei vuoti. In esse la musicalità del nostro sentire. A voi pensare se queste connessioni proteggono o dolorosamente vincolano o addirittura modificano il nostro apparire. Nelle corde c’è la gioia, la tristezza, il mio essere impulsivo, le paure, la rabbia, le attese, l’amore, i sogni ma soprattutto la realtà dell’invisibile.
Il nodo, che ritroviamo nella maggior parte delle sue opere, è un punto di partenza o fa parte di un percorso che non ha mai fine?
È bello pensare che il nodo sia sempre un punto di partenza perché ogni iniziazione è un’alba raggiante. Ma in realtà è la traccia di una storia infinita che è la vita. L’ arte crea movimento anche quando si è fermi. Quei nodi sono talvolta stabili e rassicuranti e altre volte forzati. Rappresentano legami, relazioni, attaccamenti, stretti allacci con noi stessi o con gli altri. Annodo anche i colori alla ricerca di luce vibrante.
La vita ha migliaia di strade, le piace pensare di poterle percorrere tutte?
Certamente!!!Ma la vita stessa non ci permette di farlo. Dobbiamo sempre fare delle scelte. Fortunatamente in ogni strada trovo la mia cattedrale con la porta sempre aperta. È l’Arte! Una strada con un vocabolario nascosto che conia linguaggi differenti. Una migrazione introspettiva che ferma il tempo.
I grovigli celano emozioni ingarbugliate, paragonabili ai tumulti che tanto minuziosamente l’essere umano riesce a contenere. Patrizia Franchi mette in scena, utilizzando la materia, seguendo un ritmo, come musica mescola le note e crea melodie. Le installazioni raccontano di storie, fatti, strane coincidenze, con l’attenzione dell’occhio fotografico immortala e cattura immagini senza tempo. Rivelatrice di stati d’animo regala con il figurativo trepidazioni significative e innamorate. L’artista unisce i colori e li mescola proprio come facciamo tutti noi ogni giorno che, con sguardi, parole e azioni, disegniamo la strada che abbiamo scelto di percorrere.
La luce è colore.
(William Turner)
Maria Zaccagnini