Si scrive energia, si legge motivazione

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Ti è mai capitato di fare qualcosa di molto impegnativo o faticoso, divertendoti e senza quasi sentire dolore o affaticamento?

Sì, vero?

Ora potrei supporre anche cosa, partendo da momenti di performance sportive, passando per qualche lungo trekking in compagnia, per arrivare a qualche, meno probabile, impegnativa performance da letto.

Tutte attività che richiedono molto sforzo, per un tempo prolungato ma, allo stesso tempo, sono basate su un intenso desiderio e provocano altrettanto piacere, prima durante e dopo.

Qualcuno potrebbe dire che per le fatiche “da letto” non esiste la versione spiacevole, ma pensa per un attimo a dover andare a letto, per obbligo, con qualcuno che non ti piace e ti sarà chiarissimo che anche lì ci si può stare male.

A questo punto è abbastanza semplice comprendere che l’energia, a parità di sforzo e di attività, dipende da cosa ti spinge ad agire e non da quanta energia hai.

Quando si parla di umani, entrano in gioco tutta una serie di emozioni e di stati mentali, che determinano la disponibilità di risorse, sia in durata che in intensità.

Durante i corsi di ipnosi, abbiamo visto come persone in trance mostrassero una forza di cui non disponevano quando erano in normale stato di veglia, non a caso la maggior parte degli atleti professionisti si fa seguire da un mental coach che lo aiuta a potenziare la capacità di accedere a risorse insospettabili.

Accedere a energie che sembrano non essere disponibili è possibile sia intenzionalmente che dietro a uno stress talmente forte da richiedere un impegno, apparentemente al di sopra delle nostre possibilità.

Di solito è la paura di qualcosa o una forte minaccia che ci fa fare cose incredibili come una corsa a velocità da primato se siamo inseguiti da un cinghiale in un bosco, o un salto da professionisti per evitare di essere investiti da un’auto in corsa e chissà cos’altro.

Chi più chi meno, tutti abbiamo avuto accesso a risorse insospettabili, in virtù di una forte motivazione a raggiungere un obiettivo o a risolvere un problema, sorprendendo noi stessi quando abbiamo fatto le stesse attività, in altri contesti e senza la medesima motivazione, ottenendo risultati pressoché deprimenti.

Io stesso, da ragazzo soffrivo di vertigini, salendo su un acquascivolo alto trenta metri superai la paura di morire e mi lanciai giù (lo scivolo era in verticale per trenta metri e si chiudeva con circa 50 metri di frenata in orizzontale), non grazie a un mental coach che mi aveva motivato ma per evitare di fare una significativa figura di m… con la mia ragazza che stava giù a guardare.

Meglio rischiare di morire che tornare dalla fidanzatina scendendo dalle scale, non credi anche tu?

A questo punto ti starai chiedendo: sì, ma come si accede a tutta questa energia?

Ci sono due modi, uno più semplice ma non sempre possibile e uno più impegnativo ma applicabile quasi sempre.

Il primo: fai solo cose che ti piacciono tantissimo e che ti appassionano e vedrai che l’energia non finirà mai.

Il secondo: frequenta un corso, preferibilmente uno dei miei (!!alert: conflitto di interessi!!), per imparare a governare i tuoi processi decisionali, il modo in cui definisci i tuoi obiettivi e le motivazioni che ti spingono ad agire, così da dirigere la tua energia dove più ti interessa, consapevolmente.

Può sembrare paradossale, ma pochi di noi sanno davvero cosa vogliono e cosa sono disposti a fare per ottenerlo e, guarda caso, sono proprio quelli che ci riescono.

Ezio Angelozzi 

Formatore e business coach

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