
Il tempo libero è il proprium delle persone che sanno essere, e non solo apparire libere!
Un tempo la cultura e le arti erano solo per i nobili, che potevano avere tutto il tempo a disposizione per elevarsi culturalmente, in quanto a provvedere ai bisogni quotidiani erano tenuti gli schiavi prima, poi i servi della gleba e i poveri costretti a lavoro servili, spesso incapaci di evolversi per mancanza di mezzi.
Il mondo occidentale grazie ai principi cristiani, che hanno ispirato le idee rivoluzionarie del rispetto dei Diritti Umani molto prima dell’Illuminismo, ha visto il fiorire delle Arti e poi il diritto moderno allo studio, aperto a tutti e di conseguenza il progresso economico e civile che abbiamo a disposizione.
Ma, ora stiamo tornando un po’ schiavi del pensiero unico e delle mode che dettano legge anche su come investire il tempo libero, e invece di scegliere come rigenerare le energie, ci lasciamo condizionare da chi propone viaggi con ritmi che ci stancano, invece di ricaricarci. Perché ci lasciamo sedurre così? Abbiamo paura di apparire “diversi” e neghiamo ascolto ai nostri gusti!
Credo che riempire il tempo di situazioni, che in realtà sono imposte dalla mentalità efficientista di oggi, non ci permetta di sentirci appagati, solo stanchi e scollegati da noi stessi e dai nostri bisogni più veri. Spesso, siamo addirittura disorientati dalla nostra sottile insoddisfazione, che non si giustifica vista da fuori: arriviamo a pensare di essere incontentabili per definizione, perché se abbiamo investito il tempo in tante belle attività, come mai non ci sentiamo bene?
Abbiamo bisogno di ritrovare i tempi lenti della cultura che entra nell’anima, non di vivere costretti dai ritmi convulsi imposti dal sistema!
Pensate ai tour organizzati che rispondono al turismo “mordi e fuggi”: si può dire di aver visitato un luogo o visto una mostra, ma cosa rimane oltre alle foto e ai selfie? Come possiamo apprezzare la profondità del significato di un’opera d’arte, ascoltando solo le spiegazioni dell’esperto? Bisogna fermarsi a sentire l’effetto prodotto dentro di noi, le emozioni che suscita quell’immagine, e questo richiede di dare spazio alla riflessione, al dialogo interiore, non di correre presi dall’ingranaggio dell’organizzazione della visita!
Meglio dedicarsi a soggiornare in luoghi che ci attirano, che visitarli in poche ore! Certo, il mio pensiero è contro corrente, però dobbiamo chiederci, se desideriamo esperienze che ci aiutino ad allargare i nostri orizzonti, a conoscere le realtà della vita della gente che incontriamo nei nostri viaggi, a ricostruire il percorso di un artista, anche preparandoci prima con lo studio del suo simbolismo, o se semplicemente vogliamo collezionare eventi da raccontare!
Nel primo caso, avremo un valore aggiunto alla nostra umanità e ricchezza prodotta intorno, nell’altro avremo soltanto un guadagno materiale per qualcun altro, ma non per noi!
La nostra Italia è un museo a cielo aperto, ma va rispettata con la dovuta attenzione che richiede tanta bellezza a disposizione e non con la sciatteria di tanti responsabili del territorio, che non hanno saputo valorizzare e custodire questo tesoro, permettendo ora ai ladri di trafugare reperti antichi senza vigilare, oppure non hanno provveduto alle cure per la conservazione delle opere o ad assicurare servizi all’altezza delle aspettative dei turisti, soprattutto degli stranieri, che in diverse occasioni sono stati costretti a lunghe attese sotto il sole estivo, come è accaduto a Pompei!
Ecco, impariamo ad essere degni del nostro patrimonio artistico, culturale e delle bellezze naturali, cominciando da un atteggiamento di ammirazione che non può essere quello del turismo scandito dalla fretta: la “toccata e fuga” va bene per le composizioni musicali, non per gustare il buon cibo e tanto meno l’arte e la natura!
Paola Giorgi