Quante accezioni esisteranno della parola viaggio?
Bhooooo…
Se anche lo sapessi cosa potrei farmene di questa nozione? Sfoderarla in una conversazione tra persone intelligenti, durante una cena intelligente, dove la velata ostentazione di quanto ognuno dei commensali è figo risulta quasi un obbligo?
Potrebbe essere: tra uno che cita Dostoevskij, l’altro che racconta di quella volta che in Messico… e la tizia vestita in modo esotico che racconto del suo ultimo viaggio astrale, potrei dire “ma sapete quante accezioni esistono della parola viaggio?”.
Ovviamente, tutti farebbero finta di essere interessati a questo numero magico, come dissimulazione di un “e chissenefrega” trattenuto con difficoltà.
All’unico scopo di evitare l’effetto “e chissenefrega”, mi limiterò a d un’unica accezione della parola viaggio, riferita alla conoscenza di sé stessi, quindi al viaggio interiore.
No, non è proprio una cosa mai sentita, ma ho la presunzione di provare a mettere sul tavolo una versione poco frequentata del viaggio nell’essere umano che potrà sorprendere i più e trovare il consenso e la condivisione di coloro che, per professione o per diletto, sono avvezzi a tali argomenti.
Parliamo di connettoma.
Niente paura, ne parliamo in modo semplice sintetico e con linguaggio divulgativo.
Alcuni scienziati hanno compreso che l’essere umano, a differenza di quanto ha fatto la scienza riduzionista, non può essere diviso e studiato in sezioni e a comparti stagni, ma va visto nella sua interezza e nell’interazione tra le singole parti di cui è composto e dell’intero sistema (organismo) con l’ambiente esterno.
La fisica quantistica (cercate i video del professore Emilio Del Giudice) e l’epigenetica (cercate i libri di Bruce Lipton), hanno dimostrato che siamo parte di un unico grande sistema che si muove e si modifica costantemente, proprio a causa dell’interazione delle parti che lo compongono.
L’umano fa parte del sistema ed è, a sua volta un sistema, per cui modifica l’ambiente e viene modificato dall’ambiente.
Leggendo Bruce Lipton, in particolare uno dei suoi libri più noti “la biologia delle credenze”, scoprirete che anche il nostro DNA considerato stabile e non modificabile, fino a qualche tempo fa, cambia in continuazione e lo fa sia a causa di stimoli interni che di stimoli esterni.
Per essere più precisi, possiamo subire vere e proprie mutazioni con conseguenze molto significative del nostro stato di salute, a causa di un pensiero ricorrente, piuttosto che a causa di un campo elettromagnetico generato da un antenna telefonica o dalla voce di qualcuno che ci provoca emozioni più o meno positive.
Tutto ciò che sto scrivendo qui, in modo molto più puntuale e con supporto di dati scientifici lo troverete nei libri e nei video che vi ho suggerito, per cui non scendo in ulteriori dettagli ma vi invito a riflettere su alcune cose.
1_ se è vero che un pensiero coerente con una emozione (stato d’animo) può influenzare il nostro stato di salute, che effetto hanno avuto due anni di terrorismo mediatico sulle nostre menti e sui nostri corpi?
Ma, soprattutto, chi ha usato questi strumenti era consapevole di cosa stava generando in intere generazioni di esseri umani? (domanda retorica!)
2_ se è vero che siamo energia e che il nostro sistema viene modificato da altre energie esterne, quali sono gli strumenti e le tecnologie con le quali possiamo essere influenzati?
3_ se è vero che un pensiero coerente può modificare la mia situazione fisica e mentale, cosa succede alla mia vita quando sono collegato a realtà virtuali che il cervello non distingue da quelle reali?
Nella mia vita professionale ho tenuto corsi a decine di migliaia di persone facendo comprendere certe dinamiche e molte di loro hanno iniziato a vedere oltre la superfice, scoprendo i veri effetti di certi strumenti, apparentemente innocui, come certe pubblicità o certi comportamenti indotti dai social o dal neuromarketing e hanno iniziato a vivere in modo totalmente diverso sia la loro vita personale che quella imprenditoriale, trasformando delle pericolose minacce in grandi opportunità.
In conclusione, ci sono due tipi di viaggi: quelli in cui sei guidato da altri, ignorando del tutto il percorso e inconsapevole dei rischi e delle opportunità legate al viaggio stesso e quelli in cui sei totalmente presente e pronto a difenderti dai rischi e a cogliere le opportunità.
Chi vuoi scegliere come compagni di viaggio. L’ignoranza o la conoscenza?
Buon viaggio.
Ezio Angelozzi
Formatore e business coach