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Ragazzi di Strada… i Corvi

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Ragazzi di Strada… i Corvi

 L’unico componente rimasto Claudio Bennassi racconta in un libro biografico la storia del gruppo musicale parmigiano tra storia e aneddoti

Claudio Benassi è l’unico componente rimasto dei Corvi, il complesso musicale che a cavallo degli anni sessanta e oltre scrisse una fondamentale pagina legata alla musica pop italiana. Quelli erano i tempi del genere Beat che furoreggiava un po’ dappertutto. Dai dancing alle feste di piazza, dai famosi concorsi canori itineranti alle seguitissime trasmissioni televisive irradiate rigorosamente in bianco e nero ed ancora ai programmi radiofonici in onde medie. Lui era il batterista di quel quartetto composto anche da Angelo Ravasini (chitarra dal 1966 al 2013), Fabrizio Levati (chitarra dal 1966 al 1969), Italo Gimmi Ferrari (basso dal 1966 al marzo 1969). Benassi dal 2014 a tutt’oggi è ancora attivo con la nuova band composta che vede Lorenzo Cavazzini (voce), Pietro Amoretti (chitarre acustiche e elettriche, cori, arrangiamenti e programmazioni), Mirko Rivara (cori, programmazioni, sinth e tastiere) e Luca Bonzilli (basso e cori). Il suo libro ‘ Ragazzi di strada… i corvi ‘ intende essere uno spaccato di storia, amarcord, aneddoti e tanto altro che ha fatto dei Corvi uno dei gruppi musicali italiani più vigorosi ed apprezzati dal grande pubblico ed al tempo stesso una delle band più estrose nel panorama spettacolare nazionale. 

Formatasi nel 1965 a Parma iniziarono da subito le loro esibizioni in diversi locali emiliani suonando delle cover soprattutto di band inglesi e americane. Un anno dopo si iscrissero al Primo Torneo Nazionale di Rapallo ‘Davoli’. Qua ebbero la soddisfazione di classificarsi al secondo posto. Il gruppo soleva presentarsi con un look particolare ed alquanto originale costituito da mantelli neri così da attirare l’attenzione del corvo. Tra i loro pezzi forti non si può dimenticare ‘Un ragazzo di strada’ che fu anche reinterpretato tra i tanti anche da Ivan Cattaneo. Questo loro successo lo dovettero al direttore artistico del teatro Ariston Alfredo Rossi che propose al gruppo la stipulazione di un contratto discografico. Nell’elenco delle loro più note cover i brani “I Ain’t No Miracle Worker” dei Brougers che presero parte alla Fondazione dei Quicksilver Messenger Service che vantò un testo scritto in lingua italiana da Nisa, collaboratore dell’indimenticabile cantante napoletano Renato Carosone. I Corvi si imposero con grande successo musicale e di pubblico alla celebre kermesse del Cantagiro in cui il vero volatile chiamato Alfredo (questo per omaggiare il loro impresario discografico) che figurava ben appollaiato sulla stecca del basso di Gimmi Ferrari classificatisi in quella edizione all’ottavo posto. Successivamente un altro grande successo in 45 giri ‘Bang bang’ con a retro ‘Che notte ragazzi’ che venne ad appartenere alla colonna sonora dell’omonimo film per la regia di Giorgio Capitani e con protagonisti Philippe Leroy, Alberto Lionello e Marisa Mell. 

Nel suo libro Claudio Benassi narra dei suoi favolosi 50 anni di musica, le sue prime esperienze in qualità di batterista, la fondazione del complesso assieme ad Angelo Ravasini, Gimmi Ferrari e Fabrizio Levati (chiamato il Billo) ed ancora i tristissimi momenti circa le morti dei suoi storici compagni. Benassi è originario di Provazzano, una frazione del Comune di Neviano degli Arduini. Già da ragazzino iniziò la sua attività di musicista batterista suonando agli inizi degli anni sessanta con alcune orchestrine folk di ballo liscio. Molto appassionato di antiquariato si è rivelato anche come provetto fotografo. È felicemente nonno di due stupendi nipoti, Filippo e Rebecca.

Gian Luca Padovani

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