Quelle strane combinazioni

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Dalla Plath alla Rowling

A volte, le storie personali di alcune persone sembrano nate per essere scritte, ed è così che nascono le biografie di grandi personalità; leggendole, ci immergiamo in vite che contengono coraggio e determinazione, malasorte, ma anche provvidenza e destino.

A volte, le storie di alcune persone diventano film che ispirano le nostre vite, donandoci speranza, quella di cui tutti abbiamo bisogno per combattere il buon combattimento, quello che non deve sconfiggere nessuno, se non il dolore.

Ed è vedendo il film Parole magiche sulla storia della Rowling, che ovviamente si basa sulla biografia della famosa scrittrice da disoccupata a milionaria, che ho pensato: finalmente un lieto fine! Non sempre i grandi successi, il clamore, arrivano postumi. Come postuma è arrivata la fama del mio amato George Orwell o quella di John Fante di origini abruzzesi, divenuto famoso probabilmente grazie a Bukowski, e grazie a lui, riuscì a godere, almeno per qualche anno, del successo che meritava. Fante è stato certamente più fortunato di molti altri, e mi sovviene alla mente la povera Emily Dickinson per esempio, che non godette di nessun riconoscimento per le sue opere – a detta dei critici del suo tempo “non conformi al periodo storico” -, o Emily Bronte che scrisse un unico romanzo e non seppe mai del suo successo, o il grande Edgar Allan Poe che morì di stenti, e infine, ma non perché siamo giunti al termine della lista nera: la mia amata Sylvia Plath che morì suicida. Anima profonda e sensibile di cui vi consiglio di leggere Diari, dove…, dove potrete comprendere quanto desiderasse un importante riconoscimento che, tuttavia, stentava ad arrivare. Arrivò postumo, anche per lei. 

Lei che si chiedeva: <<Riuscirò a scrivere, a essere diversa? L’afferro, sempre, la scrittura, la stringo a me, la difendo dalla corrente, dalle facce tutte uguali.>> Lei che lasciava messaggi alla parte fragile di se stessa: <<Sii stoica, se necessario e scrivi – hai visto molto, sentito profondamente e i tuoi problemi sono sufficientemente universali per dar loro un senso – SCRIVI.>>

Lei trascorreva molto del suo tempo ad interrogarsi sulle manovre della mente, e di quanto gli eventi si manifestassero grazie al caso. Quanto, si chiedeva, sia importante la volontà, e quanto lo siano anche quelle strane e sconosciute combinazioni che manovrano la volontà stessa, affinché attragga tutti gli eventi, come fa una calamita.

La manciata di scrittori che ho elencato, aveva forse una volontà inferiore alla giovane Rowling? 

Non mi è lecito saperlo, ma avendo visto il film della sua vita, Joanne si, aveva una forte volontà e possedeva la tenacia, quella che nonostante le sventure – non ebbe di certo una vita semplice -, le permetteva di rialzarsi, nutrita forse, la sua tenacia, dalla grande passione che aveva sin da bambina, quella di creare storie. Il carattere e la passione, per tornare alle combinazioni che cercava la Plath… sono state, dunque, per l’eroina del maghetto Harry Potter, le manovre invisibili che hanno attratto gli eventi ma, il mio sentire mi indica anche un’altra combinazione: la fortuna. La fortuna che ebbe J. Fante ad essere stato appoggiato da Bukowski e la fortuna che ebbe il manoscritto di J.K. Rowling ad incontrare l’assistente di colui che poi diventò il suo agente. A questo punto mi preme fare un saltino indietro nella sua storia. 

Joanne, quando nonostante le sue difficoltà finanziarie (viveva con il sussidio di disoccupazione, quello che in Italia chiamiamo reddito di cittadinanza) e grazie alla sua tenacia, alimentata dal carattere e dalla passione, terminò la stesura di Harry Potter e la pietra filosofale era il 1995 e il suo successo è arrivato pochi anni dopo, e non dopo tanti anni. Infatti, anche qui grazie ad un evento, probabilmente fortuito, il presidente della Bloomsbury di Londra fece leggere i primi capitoli alla giovanissima figlia, che reagì con entusiasmo, e decise di pubblicare il manoscritto; era solo il 1997, pertanto la Rowling non ha atteso anni e anni che, se si fossero accumulati, non sappiamo dove l’avrebbero condotta. Alla rinuncia?

Tuttavia, mi piace pensare che sarebbe comunque arrivata al successo prima di morire, poiché oltre ad essere stata baciata dalla fortuna, che non è poco, ad avere un indiscusso talento e grande passione, possiede il fattore principale delle manovre di cui parla la Plath, ed è il carattere: “macchinista” delle nostre vite. Chissà se sia proprio la nostra mente ad attirare gli eventi, come una calamita. Se lo chiedeva la Plath e me lo chiedo spesso anch’io. 

Alessandra De Angelis

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