“Sognare è un atto di pura immaginazione, che attesta in tutti gli uomini un potere creativo, che se fosse disponibile in veglia, farebbe di ogni uomo un Dante o Shakespeare”, scrive Frederic Enry Hedge, che nel 1830 fu uno dei fondatori, insieme ad Emerson, del Trascendental Club, dove si diffuse il trascendentalismo, un movimento filosofico e letterario che confida nella fiducia in se stessi e nella corrispondenza tra anima individuale e anima universale, sfociando talvolta in posizioni mistiche.
Il sogno onirico, viene visto, quindi, come un atto creativo senza limiti di sorta, arricchito dal potere di un’immaginazione senza vincoli e condizionamenti. Il sogno è libero di creare l’irrealizzabile, ma come tutti i sogni, non è tangibile, bensì illusorio, astratto. E se lo fosse, invece, qualcosa che si può realizzare? Penserete, si, ma in un film di Spielberg – che in una intervista ha detto che lui di mestiere sogna -, capace di realizzare mondi e personaggi che ai suoi esordi nessuno poteva immaginare, oppure in un romanzo di Stephen King (anche lui credeva molto nell’importanza dei sogni, non solo onirici, per dare sfogo alla creatività), noto per aver gettato nella spazzatura il suo romanzo divenuto poi il più famoso, Carrie, a cui nessun Editore dava credito, come per il Potter della Rowling, o ancora in un prodotto di arte surreale come le opere realizzate da Fellini.
Fellini, il suo stile onirico mi ha sempre affascinato, proprio perché capace di trasformare la fantasia in vita reale. Le scene create dal maestro visionario sono come sogni che prendono vita, uscendo dal nostro inconscio dove, all’insaputa di tutti, anima individuale e anima universale si incontrano segretamente.
Se i personaggi di Fellini vivono il sogno, possono farlo anche altri, fuori dalla pellicola!
E’ tutto così reale nonostante l’immersione in un alone surreale. E’ questo ciò che colpisce. E’ questo ciò che crea stupore nei film di Fellini!
L’arte prende vita grazie alla creatività, grazie alla capacita di immaginare cose che nessuno ha mai visto, e queste cose iniziano a germogliare in un mondo nuovo, rendendo possibile ciò che non lo è.
Sognare, dunque, in tutti i modi possibili per creare, ma soprattutto credere nei propri sogni, sia quelli ad occhi chiusi che quelli ad occhi aperti. Questo è il primo passo di un “Distruptor”, etichetta oggi attribuita ai personaggi capaci di andare contro corrente, resistendo fisicamente e mentalmente pur di portare avanti le proprie idee. Ho usato volutamente la parola personaggi poiché questo tipo di persone, inevitabilmente, diventano personaggi famosi, figure importanti e fondamentali della nostra nazione come Enrico Mattei e Adriano Olivetti per esempio. Non sono artisti come le figure menzionate sopra, ma con loro hanno in comune la potenza dell’immaginazione, fondamentale per creare visioni innovative che vanno oltre il pensiero abituale. E’ una dote che accomuna anche gli scienziati che prima di trovare soluzioni e scoprire nuove teorie, le sognano o le intuiscono proprio grazie ai sogni, e alla capacità di immaginare fuori dagli schemi. Possedere doti come la perseveranza e la fermezza, è il secondo e fondamentale passo, che con un balzo simile al ponte di Einstein Rosen (portale spazio temporale che collega luoghi molto distanti nello spazio e nel tempo) conduce il sognatore verso la realizzazione della propria visione.
“Il sognatore” in questione, crede ai propri sogni, si nutre costantemente di essi, tanto da farli diventare essenziali come l’acqua, pertanto non è difficile, per lui, assumere una condotta tenace. Sognare, per “Il sognatore”, è uno stile di vita naturale, quello dettato dalla sopravvivenza.
Alessandra De Angelis