Quella sana emozione che è la paura

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Come una compagna di vita

Un’emozione controversa, la paura: una sensazione di disagio, che spesso però evita problemi ben più gravi del disagio stesso. Io faccio parte del gruppo che considera la paura come una sana alleata di vita, purché sia utilizzata come un aiuto, non come un limite. Se mal gestita, essa potrebbe diventare una cattiva consigliera ed essere un’ancora non di salvezza, ma un ostacolo che ci tiene in rada e non ci fa solcare il mare delle opportunità che è la nostra vita.

La paura può anche diventare un alleato dei nostri avversari, di coloro che vogliono farci sentire inadeguati, di coloro che vogliono un vantaggio competitivo nei nostri confronti: quello è il peggiore confronto con questa emozione.

L’assenza di paura invece non è sinonimo di superiorità intellettuale: l’assenza può essere mistificata (le persone insicure spesso sono spavalde per dissimulare il loro vero stato d’animo), oppure può essere “solo” incoscienza e/o ignoranza della situazione.

Un alleato formidabile nella gestione di questa emozione è la sincerità con sé stessi: In questo modo si ha coscienza reale dei propri limiti e il livello di paura risulta adeguato ad ogni situazione.

Negli ultimi anni ci siamo trovati in stretta compagnia di essa: pensiamo alle prime notizie sul COVID, in pochi giorni diventate lockdown completo per due mesi. Una situazione mai vissuta prima da nessuno, che di primo acchito ha provocato proprio paura per la situazione ignota: è stato sbagliato provarla? Assolutamente no, data la situazione: è stato sanissimo spirito di conservazione.

In questo contesto abbiamo anche riscontrato comportamenti opposti: la spavalderia dei negazionisti che parlavano di complotti per rinchiuderci per sempre nelle nostre case, così da avere il controllo totale delle nostre vite. Questi comportamenti sono stati dettati principalmente da due elementi: un eccesso di paura stessa, che ha portato a negare la situazione che la generava, oppure semplice ed assolutamente inaccettabile ignoranza e negligenza che portava a non rispettare le regole formulate dalle istituzioni, comportamento sanamente punito e represso dalle forze dell’ordine.

Un altro contesto che ha suscitato la stessa emozione è quello che sta vivendo il popolo ucraino da quasi un anno a causa dell’invasione russa: in questo caso, il sanguinario assassino del Cremlino non è riuscito ad incuterla per far cedere quella nazione alle sue mire espansionistiche, ma ha suscitato una fortissima (e inaspettata, dal diavolo russo) reazione di autodifesa. In questo caso la paura non ha fatto cedere alla prepotenza, ma ha attivato lo spirito di sopravvivenza, che sta portando alla resistenza di quel popolo e, speriamo quanto prima, al respingimento completo e alla sconfitta degli assassini invasori.

Senza arrivare a queste situazioni estreme, tutti i giorni noi viviamo situazioni in cui quell’emozione deve farci compagnia: pensiamo a quando guidiamo una moto o un’auto. In questo caso la paura, se fosse eccessiva, ci imporrebbe di non usare quel mezzo di trasporto, dato il numero di morti che ogni anno sono provocati dagli incidenti stradali. Per fortuna il buonsenso la mitiga e ci fa vivere una vita normale e a prendere i vantaggi quotidiani dell’utilizzo di quei mezzi.

Pensiamo anche ad una riunione importante o ad un colloquio di lavoro o a quando ci sottoponiamo ad un intervento chirurgico: la paura ci porta a pensare a tutti i motivi per cui dovrebbe andar male, il buonsenso ci fa pensare a tutti quelli per cui sarebbe un successo. E per fortuna prevale il secondo, altrimenti saremmo tutti ancora a dorso di mulo, riscaldandoci nelle caverne e accendendo il fuoco strofinando due legnetti, con una speranza di vita pari ad un terzo di quella attuale…

La paura è una compagna di vita, sicuramente non la più piacevole, ma la sua indiscussa utilità ci fa accettare il disagio a cui a volte ci sottopone: nonostante tutto, dobbiamo volerle bene…

Gerardo Altieri

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