“A volte le cose sono proprio come sembrano, ecco tutto”

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Apparire: il verbo dominante del nuovo millennio

Oggi, i social sono dei canali che ti fanno apparire in modo esagerato e creano dipendenza. Ci sono delle persone che fanno a gara per ricevere dei like e il loro obiettivo è apparire e far vedere tutto quello che fanno.  La gente vuole apparire perché si sente sola, perché ha bisogno di essere approvata dalla società. Questa cosa è molto triste perché le cose vere di cui abbiamo bisogno sono le persone, sono gli affetti e non un semplice numero attraverso lo schermo del nostro cellulare. Quindi, valido e applicabile secondo la mentalità odierna è il detto “l’apparenza inganna” in questo caso è molto vero perché a prima vista possiamo pensare milioni di cose su una persona anche se non la conosciamo. Apparire è il verbo dominante del nuovo millennio. Non importa come. L’importante è apparire, nel bene e nel male che sia non ha importanza. Molti ma molti anni fa qualcuno saggiamente aveva detto: “cogito ergo sum”. Cose antiche direbbero oggi “penso dunque sono”. Un filosofo francese, pare sia Cartesio, adottò un procedimento di critica totale della conoscenza, consistente nel mettere in dubbio ogni affermazione, partendo sempre dal presupposto che inizialmente era da ritenere falsa. Quindi sosteneva che l’uomo non avendo una conoscenza precisa e sicura della sua origine e dell’universo che lo circonda può essere sicuro di esistere in quanto è un soggetto che dubita, e quindi pensa. Secondo William Shakespeare tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate…e ognuno nel tempo che gli è dato recita molte parti. L’immagine è la prima cosa che si “spende” nel contattare il proprio prossimo. Sembrare e mostrarsi è essenziale di questi tempi. Non importa se poi non ci sono i contenuti, l’importante è sembrare. Un tempo si diceva che l’abito non fa il monaco. Oggi è assolutamente il contrario.  Dunque, il nostro lato debole è a non puntare su qualcosa di concreto, ma su qualcosa di effimero e di facciata e come su di un palcoscenico, ci caliamo in personaggi che non siamo noi indossando maschere, spesso per nascondere le nostre paure. Paure che spesso ci impone la società che detta regole e stili di vita, lontani dal nostro essere, e per non rimanere fuori dagli schemi, ci trasformiamo a diventare come vogliono i dettami del momento, senza tenere in considerazione, che il malessere che ingoiamo può generare vere e proprie patologie. Ci vuole coraggio e molta determinazione, nello scegliere di essere invece di apparire. Con questa scelta di apparire anziché essere alla fine la vita ci presenta il conto, mettendoci in condizioni di riflettere e capire come andrebbe vissuta.

Essere e apparire molte volte si mescolano e se non ci conosciamo abbastanza, rischiamo di fare confusione e crederci qualcosa che in realtà non siamo. “Non devi aver paura di quello che sei, perché sei unica e speciale”. “Non cercare di sembrare ciò che non sei, verrai scoperto ed isolato”. Ne sentiamo tante che a volte non capiamo come fare. Il problema è sempre lo stesso: abbiamo paura di essere giudicati.

Trovare la propria consapevolezza è un viaggio interiore che si riflette sulla nostra vita. Il passo fondamentale è quello di accettare se stessi e le paure, e cercare di convincerci e magari a piccoli passi superarla. Ma ci sono altre cose che si possono fare: per esempio, allenare il coraggio!

Solo pensando al fatto che farebbe piacere affrontare le proprie paure è già fatto un passo verso il coraggio. E coraggio non vuol dire imprudenza. Questo è il tipo di coraggio migliore, quello che ci arricchisce di più.

Avere il coraggio di agire fa la differenza perché il cambiamento, in questo caso, proviene da noi. Ci concentriamo per raggiungere un obiettivo nonostante le situazioni siano avverse. E non bisogna per forza essere degli eroi come Lord Byron che lottava contro i turchi in Grecia. Secondo la scienza attuale, il coraggio è un’abilità cognitiva che tutti possiamo imparare e usare. Semplice, perché il coraggio è un prodotto della paura, e non puoi diventare una persona coraggiosa, se prima non hai avuto paura. Come dice anche un vecchio proverbio sumero: “la paura affrontata diventa coraggio”. Infatti, è qualcosa di cui “non siamo dotati” e che occorre “guadagnarsi”. Perché quando si nasconde qualcosa di sé, la si nasconde nel profondo ma non la si fa mai sparire davvero. E dal profondo, quella parte cercherà sempre di uscire, urlando a gran voce e mostrandosi attraverso ansie, attacchi di panico, costante nervosismo e persino apatia. Ne consegue, quindi, che l’unico modo per essere felici è quello di accettare l’idea di essere se stessi, far pace con le caratteristiche di sé che non si amano e con il fatto che si potrà non piacere a tutti e andare incontro ad una sensazione di libertà che se all’inizio potrà persino spaventare, una volta sperimentata sarà così piacevole da non voler più tornare indietro.

Maria Ragionieri

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