Navigatori intrepidi

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Il senso del risveglio emotivo

Un termine che richiama la mitologia. Un gruppo di valorosi ed intrepidi viaggiatori andarono ad esplorare terre sconosciute, avventurandosi con la loro nave “Argo”, che permise loro di raggiungere luoghi fino a quel momento ignoti.

Si tratta di gesta che restano confinate ad un mondo ormai scomparso, oppure la figura dell’argonauta è ancora attuale?

Va detto che questa ricerca di “mondi inesplorati”, oggi è davvero ridotta ai minimi termini perché, di fatto, non c’è area del pianeta che non sia stata resa conoscibile e non sempre per finalità turistiche, ma purtroppo anche con intenti di sfruttamento e colonizzazione, al fine di procacciare profitti in coloro che considerano le terre lontane solo per finalità predatorie.

I “navigatori” e gli “esploratori” di terre lontane restano comunque pur sempre degli intrepidi viaggiatori, che si sono scrollati di dosso ogni forma di pigrizia e di avarizia mentale in quanto a tutela delle proprie energie e si sono “buttati a capofitto” anche con la prevista programmazione che richiede il raggiungimento di aree poco servite.

Oggi ci capita sempre di più di sentire che avvengono traversate in bicicletta con partenza da Gibilterra ed arrivo a Capo Nord, che richiedono, ovviamente, tappe programmate, luoghi di rifocillamento e riposo, pezzi di ricambio o assistenze meccaniche indispensabili per il raggiungimento della meta finale.

Altri itinerari molto presi di mira sono “le vie francigene” che ripropongono, in chiave moderna, quei cammini religiosi con destinazioni sacre come Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela : lo scopo è quello di accrescere uno stato di armonia interiore, attraverso il “camminare pregando” o comunque facendo riflessioni di natura esistenziale o di ritrovato equilibrio con l’Altissimo.

Forse questa frequentazione di luoghi sacri, contribuisce anche ad una purificazione interna, ad una riscoperta del proprio essere in funzione di un ritrovato senso dell’esistere, che altrimenti rischia di smarrirsi.

A questo punto potremmo avvalerci di un altro termine che è quello di “entronauta” e cioè della parola che indica colui che si muove, ma non con il solo intento di tenere svegli i muscoli delle gambe, quanto con il proposito di individuare parti del proprio mondo interno che altrimenti resterebbero ignote a colui che le possiede.

In questo senso parliamo di “risveglio emotivo” con l’intento di recuperare il vero senso dell’esistenza, la reale ragione del perché si sta al mondo.

Sappiamo quanto questo andare alla ricerca del “perché vivere, perché essere, perché conoscersi” oggi possa rappresentare un profondo deterrente alle forme depressive, sempre più estese ed articolate, che non è infrequente possano essere l’anticamera di suicidi.

Il covid-19, la crisi economica, la difficoltà a sopportare la precarietà sono tutte circostanze che hanno incrementato il “mal di vivere” ed allora esortare, stimolare o promuovere progetti che ci liberino di un torpore, che è soprattutto mentale, costituisce una sana prevenzione oltre ad una ricca ossigenazione di cui le donne e gli uomini moderni, avvertono sempre maggiormente bisogno.

Ernesto Albanello

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