Grazie all’organizzazione no profit Food for Soul, dal 2015 lo chef stellato Massimo Bottura ha aperto nel mondo 13 refettori per le persone indigenti
Tutto ha inizio nel 2015 quando in occasione dell’EXPO a Milano il pluristellato chef Massimo Bottura crea, in collaborazione con la Caritas, il primo refettorio in Italia, il Refettorio Ambrosiano, una mensa solidale dove coniugare l’atto di offrire cibo a chi ne ha bisogno con i valori di arte e cultura. L’anno dopo, nel 2016, Bottura e la moglie Lara Gilmore danno vita all’organizzazione no profit Food For Soul, per rafforzare la resilienza delle comunità, creare opportunità di mobilità sociale e sostenere un sistema alimentare sano ed equo. Da allora di strada ne è stata fatta: sono attualmente 13 i refettori presenti in tutto il mondo che durante questi anni hanno preparato oltre 1,53 milioni di pasti a oltre 850mila persone, individui in situazione di vulnerabilità sociale tra cui persone isolate, senza casa, rifugiati e chi rischia l’emarginazione, offrendo un luogo di appartenenza e condividendo il potere della bellezza e l’inclusione sociale.
La parola “refettorio” deriva dal latino reficere, cioè “rifare” ma anche “recuperare”. In origine era il luogo in cui i monaci si riunivano per condividere il pasto quotidiano. Collaborando con organizzazioni locali, produttori, artisti e architetti, Food For Soul recupera spazi poco valorizzati e li trasforma in luoghi stimolanti, aperti alla comunità dal lunedì al venerdì, dove accogliere persone in situazione di vulnerabilità sociale e servire loro pasti nutrienti preparati a partire da eccedenze alimentari, che andrebbero altrimenti sprecate. L’obiettivo principale è quello di creare luoghi di aggregazione e inclusione sociale ed offrire esperienze che possano avere un impatto reale sulle comunità, rendendole più resilienti, aprendo opportunità di crescita economica e rendendo il sistema alimentare più salutare.
Il cibo è uno strumento di inclusione sociale importante: il pasto infatti rappresenta nutrimento sia per il corpo che per l’anima, perché è un momento di scambio, unione e confronto. Nei refettori della rete Food for Soul le persone in condizione di vulnerabilità sociale possono sentirsi davvero accolte. Il vero problema nascosto dalla povertà è l’isolamento sociale di questi soggetti deboli e spaventati. L’idea che sta dietro ad ogni refettorio è dunque anche quella di diventare un luogo d’accoglienza per creare un ambiente dove chi è solo possa trovare il conforto e la compagnia dei volontari, pronti non solo a servire i pasti ma anche a parlare e interagire con gli ospiti.
Attualmente in Italia sono presenti: il Refettorio Ambrosiano a Milano nato dalla ristrutturazione di un teatro abbandonato nel quartiere periferico di Greco; il Refettorio Antoniano a Bologna che va ad ampliare i servizi offerti dalla mensa di Padre Ernesto, attiva dagli anni ’50; il Refettorio Ghirlandina a Modena, in collaborazione con la Fondazione Auxilium, che da anni conduce servizi di ristorazione a basso costo per clienti paganti nel centro di Modena. Lo spazio apre le porte ogni lunedì sera a 70 ospiti bisognosi provenienti dalla comunità locale, che oggi possono contare su un appuntamento serale settimanale per condividere un buon pasto in un’atmosfera conviviale. E ancora a Napoli c’è il refettorio Made in Cloister, realizzato in collaborazione con la Fondazione Made in Cloister per offrire a individui e famiglie in situazioni di disagio, un pasto nutriente in un luogo dove sentirsi apprezzati e ascoltati. Lo spazio, nel cuore di Napoli, è stato progettato per celebrare il valore artistico, culturale e gastronomico del quartiere attraverso l’organizzazione di progetti ed eventi comunitari.
Nel mondo sono 6 i Refettori ideati da Massimo Bottura: a Londra Food for Soul, in occasione del festival “London Food Month 2017” ha creato Refettorio Felix at St Cuthbert’s, in collaborazione con il Centro St Cuthbert e The Felix Project. Una mensa comunitaria che offre servizi di pranzo a senzatetto, persone senza fissa dimora o in situazioni di isolamento sociale. Mèrida in Messico ospita il Refettorio realizzato da Food for Soul insieme a Fundación Palace. Dagli alti soffitti alle porte in legno, tutto parla di bellezza e di ospitalità: un’antica casa coloniale è stata completamente ristrutturata e trasformata in un luogo in cui la speranza può rifiorire. Il progetto è stato lanciato all’inizio della primavera 2020 con l’obiettivo di assistere la comunità attraverso il cibo e l’ospitalità, sostenendo gli sforzi dello Stato dello Yucatán di alleviare le condizioni di povertà attraverso la promozione di diritti sociali e uno sviluppo più inclusivo. Oltre al servizio di accoglienza, il Refettorio ospita anche diversi programmi e attività culturali volte a favorire e promuovere il benessere fisico e mentale della comunità locale.
Il secondo refettorio made in Bottura del Sud America è il Refettorio Lima Casa de Todos in Perù. Il progetto è stato realizzato grazie al supporto di Intermediario 3Gatos, un’organizzazione peruviana impegnata nel recupero delle eccedenze alimentari e nella salvaguardia delle tradizioni culinarie locali, e di Beneficencia de Lima, un’istituzione che da 186 anni si occupa di diverse attività tra cui accoglienza, ricoveri per orfani, donne e anziani, istruzione, salute, salvaguardia del patrimonio culturale, di beni immobili e della conservazione dell’arte. Il Refettorio Lima, la cui missione è quella di incoraggiare un sistema alimentare più sano in grado di rafforzare la resilienza dell’intera comunità, è un luogo in cui le persone possono riconquistare la dignità attraverso cibo e bellezza.
A New York, situato presso la storica chiesa Emanuel AME, che rappresenta decenni di impegno civico, istruzione, arte, musica e cultura, c’è il Refettorio Harlem che dall’inizio della pandemia, in collaborazione con i partner locali Hot Bread Kitchen e YAYB, non solo ha iniziato a servire la propria comunità fornendo pasti da asporto alle persone socialmente più svantaggiate, ma ha supportato anche la formazione professionale e i programmi di sviluppo di forza lavoro per giovani a rischio. Sempre negli Stati Uniti a San Francisco è nato il Refettorio San Francisco, supportato dall’organizzazione locale Farming Hope, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza della comunità attraverso reti locali che supportano la mobilità socio-economica.
In Svizzera il Refettorio Ginevra, guidato dall’organizzazione no-profit Fondazione Mater, unisce al settore della gastronomia l’aspetto umanitario al fine di creare un forte impatto sociale in uno spazio che celebra innovazione, creatività, scienza e design. Infine, l’ultimo arrivato, il Refettorio OzHarvest Sydney in Australia nasce dalla prima collaborazione a impatto sociale tra la principale organizzazione australiana di recupero di eccedenze alimentari OzHarvest e Food for Soul.
Dare luce e voce attraverso il cibo al potenziale espresso delle comunità più vulnerabili è possibile e i Refettori di Massimo Bottura ne sono un esempio virtuoso. Un progetto che fa del bene sia a chi dà che a chi riceve, ricostruendo e ripristinando un senso di dignità, cura e appartenenza.
Piera Pastore