Oltre 10 anni tra cultura, buon cibo e convivialità
La tradizione dei salotti letterari come luoghi di produzione e promozione della cultura tra intellettuali e artisti affonda le radici nel lontano 1700. Da allora i Salotti in Italia si sono trasformati ed evoluti con il tempo e la società. Ne è un esempio il noto salotto bolognese ideato oltre dieci anni fa da Patrizia Finucci Gallo, giornalista, scrittrice e influencer.
Nel suo salotto, dove si partecipa su invito, ci si racconta attraverso i libri, la moda, la musica ma anche l’attualità e la politica. Una grande officina di talenti con ospiti sempre diversi dove si incrociano idee e progetti. La formula è vincente: seduti attorno a un tavolo si trascorre una piacevole serata in compagnia, magari con persone sconosciute, ci si conosce, si dialoga e si discute del tema scelto con l’ospite del giorno, intervistato dalla padrona di casa, la “salottiera”. Il tutto accompagnato da dell’ottimo cibo e un bicchiere di vino. Perchè al Salotto di Patrizia gli incontri e le relazioni nascono proprio attorno ad un tavolo. L’attesa delle portate, il piacere della compagnia…oltre le ricorrenze, il momento della tavola è un rituale quasi “sacro”, soprattutto per noi italiani. E il cibo al Salotto di Patrizia acquista un significato ben specifico come ci racconta proprio la salottiera: “Il cibo al Salotto è sempre stato molto importante. Il primo Salotto infatti è nato attorno a un tavolo perché mi piaceva ricevere gente a casa; le conversazioni però erano sempre un po’ altalenanti e non c’era mai un discorso collettivo su cui ragionare. La tavola ha avuto sempre un ruolo importante proprio per la particolarità dell’essere lì presenti, dialogare, guardarsi, commentare. E il mio Salotto nasce proprio da qui, dal fatto che a tavola avessi bisogno di sentire una conversazione unica, su un tema specifico per promuovere lo scambio tra persone. Negli anni il Salotto si è evoluto. In ogni serata ospitiamo ormai almeno 50 persone, come un ristorante, ed è sicuramente impegnativo metterle insieme. Molti mi dicono ‘potresti cambiare formula, proporre un buffet o un semplice bicchiere di vino’, ma io voglio continuare così. C’è un passaggio quasi ancestrale della nostra mente nello stare seduti insieme, gustando dei buoni piatti, potendo parlare guardando le altre persone negli occhi. Penso che tutto ciò sia importantissimo per un ritorno alla conversazione e alla socialità”.
Negli ultimi mesi il Salotto di Patrizia ha “fatto un passo in più”, sottolineando ancora una volta l’importanza del cibo e del piacere della tavola all’interno di questo format così seguito. “Abbiamo realizzato la cucina letteraria, Literary Food. – così prosegue la salottiera Patrizia Finucci Gallo – Dedichiamo ad ogni ospite che viene al Salotto la portata principale o anche tutto il menu. Questo perché la cucina deve essere narrazione. La letteratura e la cultura unite al racconto del cibo, quindi unione tra mente e corpo, sono un abbinamento fantastico. E su questo ci saranno dei progetti su cui punteremo ancora di più quest’estate: presenteremo una guida dedicata al cibo, un piatto abbinato ad un personaggio letterario storico o presente”.
Il Salotto di Patrizia non si ferma e vuole aprirsi sempre di più anche ad altre città italiane: “Tra pochi mesi il Salotto diventerà un brand con l’obiettivo di smarcarci dall’idea comune e antiquata di ‘salotto come luogo di inciuci politici’. Sto lavorando sempre di più sull’idea di un Salotto che accoglie e che propone. Voglio sdoganarlo e trasformarlo in luogo di narrazione, in una sorta di ‘libro aperto dal vivo’ dove trovare tante storie, personaggi, stimoli. Arriveremo anche a Milano, e speriamo a Firenze, Venezia e in altre città” conclude Finucci Gallo.
Piera Pastore