Tutti abbiamo sentito pronunciare, almeno una volta nella vita, questa frase rivolta ad un famoso politico italiano dell’900. Mi sembra un po’ scontato pensare che, un qualsiasi politico che abbia amato o ami il suo paese cerchi di fare ciò che considera il meglio per questo. E allora cosa comporta questa considerazione? È considerabile come una giustificazione nostalgica o una costatazione imparziale?
La storia non ammette favoritismi. Da questa materia si possono imparare non solo i contenuti ma anche la modalità di pensiero più giusta per assimilare l’imparzialità, caratteristica fondamentale per la creazione del pensiero comune e per la propria crescita personale.
L’archeologia e la storia ci insegnano che guardare il passato non significa giudicare, scegliere o preferire. Significa analizzare, capire, ricercare e scoprire.
Indiana Jones e L’ultima Crociata.
Non me ne vogliano i colleghi se uso una citazione di Idiana Jones, ultimo dei personaggi hollywoodiani che possa rappresentare la corretta scientificità dell’archeologia. Ma questa frase è vera ed emblematica (e non credo che nessuno si permetterebbe di dire o credere di essere in grado di esprimere questo concetto meglio di Steven Spielberg).
La storia e l’archeologia ricercano i fatti, senza farsi influenzare da campanilismi o preferenze varie. Questo aspetto dell’influenza personale vale ed è ricorrente in ogni “finto studioso” che porta l’acqua al suo mulino. Da chi si appella solo alle fonti scritte (magari romane) per parlare di epoche molto antiche (magari protostoriche o preistoriche) sbagliando di conseguenza ogni tipo di interpretazione a chi si sente culturalmente, socialmente e politicamente vicino ad un’ideologia tanto da non essere in grado di contestualizzarla all’interno del suo tempo nel bene e nel male.
Si, ogni politico passato nel nostro paese (e non solo) ha fatto anche cose buone, anche Enrico VI Hohenstaufen pensate un po’!
E no, i Piceni non arrivano fino al Pescara solo perché l’ha detto Plinio cinque secoli dopo l’estinzione culturale dei popoli italici ad opera dei romani.
Bisogna riflettere su quanto l’influenza delle proprie emozioni offuschi la nostra capacità di essere imparziale.
La vera differenza tra uno finto storico ed un vero, tra un amatore e un archeologo, tra la professionalità e il passatempo, sta in questo. Quanto si è in grado di interpretare in maniera imparziale i dati e i fatti senza farsi prendere dal proprio animo nazionalista.
Impariamo dagli archeologi a ragionare con cura e curiosità non per portare l’acqua al nostro mulino ma per la sete (da notare l’uso semantico delle parole legate all’acqua, fonte di vita) di conoscenza.
Non siate nostalgici, siate curiosi!
Dott.ssa Andrea Di Giovanni