Impazzano i decaloghi del “vivere green” da fonti più o meno autorevoli e non sono da meno i consigli che spuntano da siti, blog, gruppi sui social – per non parlare dei video tutorial, fino ai reel – che praticamente illustrano come non impattare sul Pianeta. Una sorta di grande raccomandazione della nonna, con ogni mezzo possibile che raccoglie la saggezza ancestrale da un lato, e dall’altro una cospicua dose di senso pratico.
Il contrasto allo spreco ormai è in questo senso un mantra per molti – va riconosciuto per alcuni di noi da anni – nella speranza che divenga un comandamento per tutti. E spesso si fatica a non confonderla con una bella – e improntata al futuro – operazione nostalgia, tutta green. Lo sviluppo sostenibile come filosofia in concreto si fonda sull’idea che per vivere meglio preservando il Pianeta bisogna fare attenzione in primis alle risorse.
La guerra in Ucraina ha avuto un effetto immediato nell’illustrarci quanto gli equilibri siano sottili e l’impatto pervasivo e tangibile. Lo vediamo già oggi – e purtroppo continuerà sempre di più – non solo a livello macroeconomico, ma nella vita di tutti i giorni. Anche solo pagando una bolletta, che in molti attendono con preoccupazione. Molte aziende e attività – bar, hotel ad esempio – hanno già annunciato delle chiusure e questo avrà ripercussioni sulle possibilità di spesa di molti.
Per certi versi quindi la brutta attualità del periodo ci riporta anche un po’ indietro nella storia: al periodo dell’Austerity – per il controllo delle risorse – o alla rigidità del secondo dopoguerra. E qui al di là di qualche simpatica vignetta con pile e coperta – simpatica per ora che è ancora caldo – tornerà attuale l’esempio di chi ci ha preceduto di affrontare tempi difficili, ma allo stesso tempo a cui si pensa con tenerezza. Non a caso spesso per attuare comportamenti più sostenibili dovremo rivolgerci alla vita dei nostri avi: una sorta di operazione nostalgia. Certo non l’abbiamo voluta noi, ma in casa potrebbe affacciarsi un necessario controllo dei consumi – visti gli aumenti – e il ritorno ai vecchi rimedi. Come il contrasto agli sprechi, optando per un massiccio riuso – contro quella filosofia dell’usa e getta che ha imperato dal boom economico ad oggi – fino a pensare a come risparmiare nel movimento in città.
Sarà sempre di più tempo di sharing – con l’auto, la bici, il monopattino – e in questo fioccano le app per lo smartmooving: quelle che ti consentono di trovare il mezzo “migliore” – più economico e più green – per muoversi, magari prediligendo qualche passeggiata in più. Che aiuta pure la forma.
E anche con tutto quello che era perennemente in ricarica a cui facciamo più attenzione, come per gli elettrodomestici. Ci sono indicazioni su come posizionare i capi nel cestello della lavatrice. Sulla base del tipo di tessuto? Del colore o delle macchie presenti? Non solo. Non è più tempo di detersivo meno invasivo, o di quelli home made – come facevano le nostre nonne – tutto con l’idea che il futuro si orienta al massimo rendimento e minimo costo. Come in cucina dove si affaccia sempre di più la “cucina degli avanzi” – quella che è presente in tanta tradizione culinaria italiana – basti pensare alla panzanella, alla ribollita, alla pappa al pomodoro – piatti gustosi che miravano ad uno svuota frigo efficiente. Perché a volte il modo migliore di pensare al futuro è ricordarsi cosa è accaduto in passato, mettere a sistema le risorse per migliorarsi, avanzare.
Angela Oliva