La mitezza che può cambiare il mondo.

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Attraverso il recupero del nostro tempo prezioso. 

È un’epoca nuova. Particolare. I social networks hanno cambiato il nostro modo di vivere. Gli italiani si scoprono così dipendenti da essi. Il tempo che prima utilizzavamo per leggere un libro, un giornale, ora lo impieghiamo per visualizzare contenuti di vario genere sui social. Ed è indubbiamente Instagram, in questo periodo storico, a essere il social network più utilizzato in assoluto. Su Instagram possiamo vedere dei video in stile “Paperissima” oppure ascoltare pillole delle ultime notizie. Possiamo anche acquistare un prodotto se lo desideriamo. Possiamo spiare la vita degli altri, senza necessariamente raccontare la nostra. Il social network è un mondo a parte, che va velocissimo, ma che potrebbe allontanarci dalla profondità delle cose. 

Frase criptica? 

Spieghiamoci: durante le lezioni all’università o in accademia, mi capita spesso di consigliare agli studenti la visione di grandi capolavori del neorealismo italiano come “Sciuscià”. Ehi, non parliamo di un film qualunque, ma del primo film straniero a prendere un Premio Oscar. Un film che ha una storia ancora oggi commovente e toccante. Eppure quando scoprono che si tratta di un film del 1946 i ragazzi si incupiscono sempre un po’ e poi mi chiedono: “Ma…È in bianco e nero? Ma…Ma quanto dura?”. Spesso ci scherziamo sù e finisce sempre che una volta visionato il film me ne chiedono altri dello stesso “stile”. Però all’inizio mettono le mani avanti, come a dire: “Oh no. ci annoierà sicuramente”. Ammetto che, durante gli anni al Centro Sperimentale di Cinematografia, da studente ebbi la stessa reazione quando il grande regista e critico Franco Giraldi ci propose di leggere I fratelli Karamazov (in russo: Братья Карамазовы, Brat’ja Karamazovy), l’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. All’inizio rimasi un po’ perplesso. Ma quando iniziai a leggere il romanzo capii subito che si trattava di qualcosa di assolutamente unico. Qualcosa che, tuttavia, aveva bisogno di una concentrazione diversa. Di una attenzione, da parte mia, diversa. 

I social networks hanno il grande dono di informarci velocemente su ciò che accade nel mondo. Ma hanno il grande difetto di non andare a fondo nelle cose. 

Sfogliare le pagine di un libro, lasciare per un attimo il telefono da qualche parte, sentire gli uccellini cinguettare o un aereo passare nel cielo mentre sfogliamo le nostre pagine ci pone subito in una condizione più mite e controllata dentro di noi. 

Con un libro, o un film, possiamo rallentare per approfondire. Ma soprattutto, possiamo rallentare per rilassarci e calmarci. 

In un’epoca dove tutto corre alla velocità della luce, più che mai l’uomo moderno ha bisogno di un rifugio “mentale” dove poter mitigare lo stress accumulato durante il giorno. E qui si spiega anche il perché pratiche orientali come lo Yoga o la meditazione (ne esistono diverse e tutte possono essere efficaci) sono sempre più presenti nell’agendina degli appuntamenti di tanti lavoratori.  

Allenare nuovamente la calma, allenare la mente e lo spirito ad andare più in profondità… Anche attraverso l’arte del grande cinema. Queste possono essere le chiavi per un futuro migliore. Un futuro che non sia necessariamente relegato all’osservazione di un rettangolino nero, il nostro smartphone. Un futuro dove l’ascolto può essere al centro. 

Tornando al neorealismo: dove possiamo recuperare i grandi capolavori del secolo scorso? 

Sembra una domanda scontata ma non lo è poi così tanto. Su Netflix, Amazon e Disney i film neorealisti scarseggiano. Forse qualche fantasioso complottista potrebbe qui suggerirci che si tratta di una operazione studiata a tavolino con l’intento di cancellare ciò che di buono è stato fatto in passato dal grande cinema. 

La questione non è così semplice, purtroppo. Il cinema, così come la serialità, è un’industria. Proporre titoli nuovi è una prerogativa per sostenere questo business.  Poi c’è la questione diritti, la questione visualizzazioni, la questione marketing (come proporre a un certo tipo di pubblico un film di quasi 70 anni fa?). Ci sono mille fattori che inficiano su questa scelta da parte delle piattaforme più famose. Esistono però piattaforme di streaming dove è ancora possibile recuperare i grandi film del passato e Raiplay è una di queste. La piattaforma streaming di Rai, infatti, offre numerosi titoli interessanti e spesso viene un po’ bistrattata dagli appassionati. In realtà, pagando il canone, gli italiani hanno la possibilità di poter accedere a un archivio molto ampio di film e serie televisive Made in Italy e non solo e di rispolverare così i grandi capolavori del passato. 

Ritagliarsi il giusto tempo nel fare le cose è anche una buona strategia per farle in modo più attento. 

Se condiamo il tutto con un pizzico di gentilezza (e gli italiani quando vogliono sanno essere speciali con la loro gentilezza) avremo in breve una ricetta per goderci un tempo che ci sembrava di aver perduto. O peggio ancora, un tempo che avevamo impiegato a spiare storie ora potremmo impiegarlo per osservare ciò che ci piace. 

È un po’ diverso, non credete? 

Buona visione con i capolavori del Neorealismo italiano!  

Marco Cassini

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