Sì, le persone miti esistono e sono loro a salvare le speranze per un futuro solido economicamente e pacifico, perché fondato su diritti e giustizia, ma sono troppo silenziose e spesso non vengono considerate elemento prezioso! Perché?
Essere persone miti oggi significa esporsi al rischio di essere sfruttati!
Anche se a parole si proclama l’importanza della tutela della dignità dei più deboli, nella realtà chi non si mostra determinato a tutto, pur di raggiungere l’obiettivo desiderato, si trova a muoversi in spazi ridotti, spinto dietro le quinte per lasciare il palcoscenico a chi s’impone, spesso con arroganza!
Sembra che la schizofrenia della contraddizione tra le affermazioni di principio sul rispetto dovuto a tutti e i comportamenti attuali non sia colta, anzi sia giustificata anche dalla mancanza di reazione delle persone miti. Infatti, secondo i luoghi comuni di oggi, tutti dovrebbero farsi sentire e tuonare le proprie ragioni sempre: quindi, se non lo fanno, sembrano “meritare” il trattamento a dir poco scortese, che è loro riservato. Come a dire: “Se chi è trattato con sufficienza non pretende con fermezza un atteggiamento diverso e più educato nei suoi confronti, se non alza la voce per reclamare, quando sono negati i riconoscimenti che merita, vuol dire che va bene così!”
Non sono d’accordo con questa mentalità che permette ingiustizie a volte così sottili, da passare inosservate! Pensate a cosa accade alle persone, quando entrano nel mondo della burocrazia, per risolvere problemi di vario genere: chi ha meno strumenti culturali o poca familiarità con la tecnologia imperante è praticamente in balia degli adempimenti previsti, che possono diventare per loro ostacoli insormontabili e rendere irrisolvibili problemi, che per altri sono facili.
Queste situazioni provocano malessere nelle relazioni con gli altri, diventano terreno fertile per il pessimismo, e favoriscono la rabbia verso il sistema, così insensibile alla cura del fattore umano. Quindi, anche se formalmente i comportamenti sono impeccabilmente corretti, in realtà troppi abusi sono perpetrati a danno di chi si mostra gentile nelle richieste o non “sgomita” in modo disonesto, per avanzare più rapidamente di chi rispetta le regole!
Abbiamo messo in disparte in molti contesti, dalla scuola al mondo del lavoro, correttezza ed educazione, perché meravigliarsi delle conseguenze tristi che bloccano speranze e sogni di un mondo realmente in progresso? L’infelicità che lamentiamo, quando usciamo dalla nostra comfort zone nella vita privata, quando ascoltiamo racconti di ingiustizie subite o ci indigniamo leggendo i fatti di cronaca, è prodotta dall’aver dimenticato cosa procura il vero benessere!
Il rimedio? Ritrovare la sapienza dell’agire, magari attingendo alle radici cristiane che, spesso sottovalutate nel mondo di oggi, hanno comunque permesso di creare la civiltà dalla barbarie della violenza antica, fondata sul potere delle armi e sul lavoro degli schiavi. Qualcuno obietterà che le guerre continuano e così le violenze, ma almeno oggi sono condannate dalle leggi dei Paesi democratici, sulla scia di un Maestro che duemila anni fa ha insegnato qualcosa di inaudito: «Beati i miti, perché avranno in eredità la terra» (Mt 5,5).
E i prepotenti che hanno successo, per la violenza che esercitano? Avranno posto solo nei libri di storia, per il resto saranno dimenticati…
Paola Giorgi