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La leggerezza del sapersi costruire

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La leggerezza del sapersi costruire

Potrei, come sempre, come tutti, partire da qualsiasi ambito o aspetto della vita, e fare un’analisi più o meno obiettiva di quel che ci viene proposto dalla Società, prendendo anche nello specifico Donne o Uomini, che sono considerate universalmente come persone realizzate; ma innanzitutto: quali sono i parametri che ci portano a definire una soddisfazione più intensa rispetto ad un’altra? e quindi in base a cosa avremmo la certezza di avere di fronte un ‘realizzato’? E se più o meno quindi se ne può avere una sensazione, vaga e che rimane comunque individuale e soggettiva, con quale diritto la si può estendere a circa 7 miliardi e mezzo di persone? Ho una seconda questione: quand’anche questi parametri fossero collettivamente condivisibili, chi garantisce che questa ‘condivisione di massa’ arrivi ad essere una comprensione individuale e quindi poi sia condivisibile anche con altri aventi criterio, parte di questo Pianeta, e non fuoriesca mai invece da un movimento collettivo che in realtà mancando di individualità manca anche di collettività? 

Penso questo, quindi: la vera realizzazione, sta nell’incontro con Dio, dove Dio, sei Tu. Esiste un passaggio fondamentale nella vita di ogni uomo che incontra la Pace, ed è il Disarmo. 

Quando ci si guarda allo specchio, si può tranquillamente essere consapevoli di avere davanti agli occhi il proprio miglior amico, e/o il proprio peggior nemico, e badate che questa è l’unica affermazione che non conosce obiezione. 

Tornando quindi al disarmo: cosa e chi bisogna smettere di ‘rincorrere’?  Bisogna smettere di rincorrere qualsiasi situazione e/o qualsiasi persona che non ci faccia porre al centro della nostra esistenza, il principio di abbondanza dell’Uomo.

Vedete, una società basata su disuguaglianze così evidenti, una società che è riuscita persino a far accettare il concetto di povertà come principio di semi-normalità, demonizzando qualcosa che è tutto meno che maledetto, cioè il denaro, è una società che ha qualcosa da rivedere, profondamente. 

Considerate quindi come doverosa, in una piena realizzazione, anche una realizzazione economica: questo non significa che lavorerete per soldi, non si lavora per soldi come fa la maggior parte della gente che rimane ‘povera’, si deve avere il coraggio di lavorare per la propria ‘realizzazione’, è lì che si incontra il principio di abbondanza, anche in termini di denaro.

Lavorare quindi dopo aver accettato il disarmo, allontanando quell’immagine di se stessi che sarebbe potuta essere e che per fortuna non è, permettendovi di scoprire passo dopo passo la propria missione; ed un uomo che vive ‘nella’ propria missione, non può che incontrare la propria realizzazione; chi incontra la propria realizzazione, non può che incontrare la Pace, e chi incontra la Pace, vive, ad un certo punto anche consapevolmente, nel pieno principio di abbondanza. 

Ora, so che esistono poi delle azioni mirate per arrivare a realizzare i propri obiettivi: 1) pensare a ciò che si vuol fare 2) studiare per quello 3) imparare il mestiere 4) risparmiare per poi eventualmente mettersi in proprio … e potrei continuare, ma io sto parlando di un altro modo di vivere; io sto consigliando di farsi guidare a questi passaggi dalla propria leggerezza, che per la maggior parte delle persone non arriva mai: ma i soldi arrivano e anche molto altro, è la verità; il peso sul cuore però prima o poi riappare sempre, per una circostanza, per una persona, e si soffre, pensando che sia normale, ed in parte lo è, ma non con questa proporzione con cui il Mondo accetta questo senza sperimentare la costruzione di una via interiore per la quale sembra non ci sia tempo, e poi si casca tutti.

Incontra Dio, che non è quel Signore con la barba; incontra Dio, che è quell’intelligenza invisibile alla quale ci si deve arrivare una sola volta, e poi si verrà accompagnati in una scoperta dove tutto sembrerà una sorpresa continua, e la sorpresa più bella sarà il vedere come in realtà non c’era molto da imparare: da qualche parte, nascosti per bene, c’erano tutti i nostri strumenti per la Felicità. 

Giuseppe Percoco

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