Intelligenza artificiale vs Intelligenza emotiva

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Le innovazioni tecnologiche sono sempre più diffuse nella nostra realtà, ma possono veramente aiutarci a vivere meglio o è necessario fare dei “distinguo”, prima che la situazione sfugga di mano?

Studi e ricerche dimostrano l’importanza degli stimoli per lo sviluppo dell’apprendimento: se, ad esempio, per accedere facilmente alle informazioni necessarie per un lavoro o per lo studio, elaborare testi velocemente, tradurre da una lingua straniera, preparare un’opera teatrale o il palinsesto di una programmazione televisiva usiamo chatGPT, l’ultima invenzione dotata di intelligenza artificiale in grado di dialogare in modo versatile, non rischiamo di spegnere il cervello e di soffocare l’estro degli artisti? 

Vorrei ricordare diversi casi di gemelli omozigoti, praticamente identici alla nascita, che hanno sviluppato nel tempo capacità cognitive diverse, più o meno vivaci, perché cresciuti in ambienti familiari e culturali diversi. Anche l’intelligenza umana come il nostro fisico avrebbe, dunque, bisogno di allenamento e di esercizio, per rimanere in forma: allora, la diffusione di strumenti dotati di intelligenza artificiale va controllata dai governi con leggi che tutelino i cittadini e non lasciata alle scelte influenzate dagli interessi economici delle aziende del settore!

L’intelligenza artificiale non può sostituire lo sforzo necessario agli esseri umani, per acquisire un pensiero critico attraverso la conoscenza: l’esperienza scolastica funziona, quando avviene lo scambio di idee con i peer e il dialogo educativo con gli insegnanti, e non può essere ridotta alla sterile relazione con i mezzi tecnologici, che possono dare informazioni in quantità, ma non sviluppare la formazione umana legata appunto all’esperire! 

Bisogna aver cura di educare i giovanissimi a riconoscere e controllare le emozioni, per promuovere la coscienza civile e rendere consapevoli del valore delle azioni che si scelgono, per non rischiare una sudditanza dall’intelligenza artificiale con la coscienza sopita, incapace di distinguere il bene dal male. 

L’aumento dell’aggressività nelle nostre aule di scuola e nelle nostre città, per non parlare del linguaggio violento sui social, è probabilmente da attribuire all’anestetizzazione dei sentimenti conseguente allo stile di vita di oggi, in cui la comunicazione è alterata dall’assenza di relazione vera, non solo per gli effetti della pandemia, ma anche per la mancata educazione alla resilienza davanti ai problemi, negati o nascosti dalla cultura dell’immagine, che spesso è solo un gioco di specchi che falsa la realtà, ma induce a credere alle apparenze, senza ricercare la verità o saper evitare le trappole delle fake!

Il ricorso agli strumenti dotati di Intelligenza Artificiale può essere di supporto al lavoro e allo studio, ma non si può ipotizzare che sostituiscano il fattore umano, che sarà sempre originale e inimitabile, perciò UNICO!

Paola Giorgi

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