L’Intelligenza Artificiale (AI) può diventare uno strumento – se ben utilizzato, cioè anche in maniera etica e non solo business oriented – capace di generare anche benefici sociali e ambientali. Abbiamo visto il suo utilizzo ad esempio nell’ornitologia con quello strumento che ci permette di riconoscere diversi tipi di uccelli dal loro canto. Potrà farlo sempre di più, solo per fare un esempio che riguarda ancora l’ambiente, nella capacità di prevedere le catastrofi meteo.
Fin dal novembre 2021 con l’approvazione del Programma strategico per l’IA 2022-2024, che ha definito le politiche per accelerare l’innovazione e le potenzialità dell’AI nel nostro Paese, anche strumentalmente agli obiettivi del PNNR. Uno strumento concreto per mitigare gli impatti negativi sulle persone e sul Pianeta, anche in combinata con l’Agenda 2030 elaborata dall’ONU nel 2015 tra i suoi 17 – SDGs, Sustainable Development Goals – e i 169 sotto-obiettivi. Ad esempio, le enormi quantità di dati disponibili soprattutto dalle capacità di calcolo digitale, per evitare di compromettere ulteriormente l’equilibrio complessivo del nostro Pianeta e puntare ad un futuro di vera sostenibilità, cominciando da subito – cioè nel periodo di “transizione”, cioè fino al 2030. L’AI come strumento di efficientamento dei prodotti, servizi, processi può supportare un modello di sviluppo sostenibile. Lo ha già dimostrato ad esempio nell’industria farmaceutica riducendo drasticamente costi e tempi, visto che l’enorme mole di dati permette di percorrere le scelte più promettenti. Stesso risvolto è percorribile nella transizione energetica. Una migliore capacità di analisi – e di previsione come con il meteo e i fenomeni naturali – può affinare le tecnologie in diversi ambiti interessanti come la produzione da fonti rinnovabili, o come il controllo dei consumi energetici e ancora una volta un plus in termini di efficienza e qualità.
Fino allo scoppio della pandemia da Covid-19 la Comunità Europea aveva mostrato grande determinazione in particolare nella riduzione del carbon foot print: la produzione di Anidride carbonica, CO2. Se si guarda al periodo tra il 2015 e il 2019, complice anche l’approvazione e l’applicazione del Green Deal europeo, il Vecchio Continente ha superato di gran lunga gli obiettivi e le più rosee previsioni. E l’AI può e deve ancora fare la sua parte.
Angela Oliva