Il PNRR tra rischi e opportunità da non perdere!

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Il recente allarme del Ministro Raffaele Fitto sul rischio di mancare gli obiettivi, per realizzare il PNRR e lo scatenarsi di nuove accuse tra partiti, mi ha fatto pensare che sia improduttivo e assurdo, soprattutto in politica, cercare colpevoli invece di soluzioni, e vorrei appellarmi al buon senso della famosa maggioranza silenziosa per uscire dall’equivoco: non ci si salva da soli, ma nell’impegno comune!

Già il rapporto della Banca d’Italia da tempo ha messo in guardia: il divario tra Nord e Sud va risolto, altrimenti non avremo i vantaggi che il PNRR ha disegnato, e questo solo risolvendo la questione antica della lentezza della giustizia, che favorisce la criminalità organizzata e mortifica la sana imprenditorialità al Sud, bloccando in tanti casi le iniziative delle aziende e rendendo più costoso l’accesso al credito per i rischi del contesto.

Ora, arriva la denuncia della politica: il PNRR ha bisogno di coesione sociale e non di rivalità tra Nord e Sud nell’accaparrarsi le risorse né di guadagnare consensi elettorali a danno del vero sviluppo, che certamente deve essere implementato al Sud per una ricaduta su tutto il Paese!

Pare che manchino i tecnici per realizzare i progetti necessari a raggiungere gli obiettivi del PNRR: perché? Molti dopo il periodo del lockdown, nel rientro alla normalità, hanno partecipato a più concorsi pubblici, e una volta superati, potendo scegliere tra assunzione a tempo indeterminato e meglio retribuito in un Ministero e quella a tempo determinato al Comune, hanno preferito ovviamente il lavoro al Ministero, per cui i Comuni in molti casi non hanno le figure professionali per i progetti da mettere in campo…

Poi, la burocrazia eccessiva appesantisce l’iter di qualsiasi progetto e ne ritarda la realizzazione: ma è vero che la corruzione esiste e attira la’, dove si avverte il profumo di risorse pubbliche…

Come uscire da questo circolo vizioso? 

Uno sforzo di cambiamento della mentalità! 

Finora, solo il 6 per cento dei fondi europei è stato utilizzato e metà delle misure è in ritardo: è veramente poco aver investito lo 0,5 % per la salute, l’1,2 % per l’inclusione e il 4,1 % nella scuola, perciò, riprogrammare gli interventi è l’unica via da percorrere, ma insieme, non l’un contro l’altro armati!

Spero che il dibattito in Parlamento sia trasparente su questi temi, e che le divisioni non tolgano il futuro ai giovani, che meritano un’Italia, di cui essere orgogliosi e non da cui fuggire per mancanza di occasioni lavorative!

Anche l’inverno demografico sarà vinto con i progetti che il PNRR può permetterci di fare crescere: bisogna scommettere sull’impegno, ma anche sulla ritrovata unità d’intenti! 

Lo dobbiamo ai nostri figli…

Paola Giorgi

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