“L’acqua non ha inizio o fine.
Il mare è intorno a te e dentro di te.
Il mare è la tua casa prima della tua.
Il mare dà e il mare toglie.
L’acqua connette tutte le cose: la vita alla morte, il buio alla luce.”
Avatar. La via del mare.
Il mare ha da sempre esercitato sull’uomo grande fascino e catturato la sua attenzione.
Sarà perché gli antichi Greci affidano al mare la nascita della dea Afrodite, nata dalla spuma del mare, ἀϕρός (afròs). Sarà perché il suono delle onde che si dissolvono sulla spiaggia o si infrangono contro gli scogli sono un calmante naturale. Sarà perché all’orizzonte bacia sempre il cielo. Sarà perché chiunque sia nato e cresciuto in una città di mare non può fare a meno di sentirne il richiamo.
Il pensiero va subito all’ultimo capolavoro di James Cameron, “Avatar. La via dell’acqua”, uscito nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 14 dicembre. Il regista ha offerto un tributo emozionante al mare e alle creature che lo abitano, mostrando come ancora una volta l’azione dell’uomo invada e distrugga un habitat naturale per piegarlo alle proprie esigenze. Il messaggio ambientalista che c’è dietro “La via dell’acqua” è estremamente forte e presente in tutta la narrazione: se nel primo Avatar a fare da collante nella trama era il rapporto sinergico fra i Na’Vi e la foresta, qui è l’amore verso il mare e il legame che si crea con il suo ecosistema a dare vita alla trama.
Ma i richiami alla potenza e alla bellezza del mare non sono presenti solo a livello cinematografico. Nel mondo dell’arte numerosi sono gli artisti che si sono ispirati alla sua bellezza e alla sua forza. Acque cristalline e limpide, spuma di mare e onde, profondità e immensurabilità sono da sempre catturate dal pennello dei grandi maestri del passato, affascinati dalle emozioni che è in grado di suscitare. Calma e irrequietezza, tranquillità e turbamento, mansuetudine e pericolosità. Si potrebbe quasi affermare che il mare rappresenti il riflesso di ognuno di noi.
E proprio “L’onda” di Paul Gauguin trasmette quella potenza temibile e indomabile propria del mare. Non tutti sanno che Gauguin nella sua vita ha fatto anche il marinaio ed ha conosciuto la vera forza del mare. Per Gauguin il mare non è serenità e fascino come per i pittori impressionisti. Per lui è più una forza immensa, un elemento emozionale, incontenibile e talvolta violento. Nel dipinto del 1888 le onde ci paiono forti, animate da un’energia inarrestabile e continua enfatizzata dalla spiaggia di un rosso intenso dove due figure appena accennate sembrano scappare dalla violenza di questa energia.
Un’immagine ancora più violenta e al contempo romantica, ce l’ha lasciata William Turner con “Il naufragio” oggi conservato al Tate di Londra. In questo dipinto la forza della natura del mare sovrasta quella dell’uomo: le imbarcazioni sono in balia della tempesta. L’espressività di Turner rende perfettamente quella che è la furia del mare in tempesta. Il naufragio è stato realizzato nel 1805 ed esposto nella sua galleria personale, al n. 64 di Harley Street, a Londra. Molti furono i pareri positivi della critica che fu acquistata dal baronetto Sir John Leicester per 315 sterline.
Ma dopo una tempesta c’è sempre la quiete e “The Long Leg” di Edward Hopper del 1935 ci trasmette proprio un senso di pace e tranquillità. Hopper amava trascorrere l’estate nella sua casa nella baia di Cape Cod, nel golfo del Maine. Il dipinto è stato realizzato a Long Point Light a Provincetown, non lontano dalla sua residenza estiva. Non si può fare a meno di notare come lo stato d’animo di quiete e quella sensazione di solitudine cara ad Hopper arrivino dritti all’osservatore. Il realismo reso da queste forme semplificate è ben espresso in questo dipinto di grande sensibilità moderna che ci fa capire l’amore di Hopper per il mare e per la vela.
Insomma, sia che si tratti di Cameron o di Gauguin, il mare susciterà sempre un certo fascino nell’uomo. Perché il mare ha quella forza di attrazione il cui richiamo è difficile ignorare, è vita e morte allo stesso tempo, è curiosità e paura dell’ignoto e dell’abisso. È forza temibile e mansueta. È pace e caos. È tutto e il contrario di tutto e sempre sarà così.
Roberta Conforte