Il canto di Natale, secondo Francesco Rosi e Ron Howard.

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A Natale si è tutti più buoni, dicono…

Chissà cosa ne pensano quelle migliaia di persone che hanno visto amici e parenti morire sotto le bombe. Parliamo del conflitto in Ucraina? Non solo. 

Non esistono guerre di prim’ordine e guerre di second’ordine. 

Tutte le guerre sono ugualmente importanti. Il fatto che alcuni governi promuovano la guerra, in un modo o in un altro, ci dimostra che non viviamo in una società davvero democratica: se davvero il popolo del mondo potesse esprimersi, nessuno o quasi vorrebbe un conflitto. 

Eppure, ci caschiamo sempre…

A Natale si è tutti più buoni, dicono.

Chissà cosa ne pensano i familiari dei 6.500 operai che, sottopagati, hanno perso la vita per la costruzione degli stadi dei Mondiali di calcio, in Qatar. C’è un’inchiesta del Guardian che lascia a bocca aperta…

A Natale si è tutti più buoni, dicono. 

Chissà cosa ne pensano i proprietari degli oltre 500 cinema che hanno chiuso negli ultimi cinque anni in Italia. Mentre, dopo la pandemia, i dati ci dicono che in Europa la gente è tornata al cinema, nel nostro Paese gli esercenti fanno ancora una fatica immane ad andare avanti. Sembra quasi che le persone si sia stancata di andare a vedere un film al cinema. Ma è davvero così?

A Natale, dicono, si è tutti più buoni… Ma forse, oltre a essere più buoni, potremmo anche essere più determinati nel migliorare (o cambiare?) questo strano periodo dell’umanità? Non avete anche voi, famelici lettori de “La Città”, quella sensazione di impotenza di fronte a tanti fatti brutti che accadano nel mondo? 

Abbiamo la tecnologia, siamo un mondo sempre più connesso, siamo in grado di fare cose strabilianti però ci perdiamo in un bicchier d’acqua. Fortuna che almeno quello c’è ancora. Il bicchier d’acqua!

Alcuni analisti sostengono, a ragion veduta, che proprio l’acqua sarà il business del futuro. Oggi è un bene di prima necessità, ancora facilmente reperibile, almeno in Europa. Ma un domani?

A Natale, dicono, si è tutti più buoni. Che ci sia il Natale è un bene. È l’unico, vero momento, in cui ti concedi del tempo prezioso da spendere con i figli e la famiglia. È l’unico, vero momento, in cui ti fermi per rifiatare un po’. È l’unico momento in cui al gioco della Tombola dici “sì, perché no?”. È il momento giusto per riflettere sull’anno appena passato e impostare i nuovi desideri, i nuovi obiettivi per quello futuro. Non è come il Ferragosto, il Natale, dove si rientra da ferie faticose ancora tutti sudaticci in attesa che il caldo asfissiante lasci finalmente spazio a un venticello leggero. No: a Natale l’aria è spesso fresca, non più gelida, e la tua vita ce l’hai proprio davanti agli occhi come uno specchio: famiglia, amici di sempre, ambizioni raggiunte, sogni ancora da realizzare. 

E se, oltre ai nostri desideri, provassimo a realizzare quelli del mondo intero?

Ci troviamo in un momento storico troppo importante. Sarà fondamentale mettere le basi per migliorare questo mondo incerto in cui ci troviamo. 

A Natale abbiamo il tempo di pensarci! Il cinema sa essere un valido aiuto. 

Oltre a consigliarvi il solito film di Natale, che è comunque buona prassi guardare per esser tutti più buoni, vi diamo un titolo moderno che probabilmente conoscete: “Heart of The Sea”, diretto magistralmente dall’abilissimo Ron Howard. La pellicola, esotica più che mai, è una rivisitazione (o forse un prequel?) cinematografica di Moby Dick. Si tratta di un film affascinante, dove uomini tanto sicuri di sé si scoprono improvvisamente fragili di fronte alla grandezza del mare e del mistero, quest’ultimo rappresentato proprio dalla grande balena bianca. Una balena invincibile. 

È inutile andarle addosso, eppure sembra che i personaggi non lo capiscano. 

Il film è una metafora sublime dei tempi incerti in cui viviamo. Continuiamo a sbagliare senza trovare una giusta alternativa ai problemi che tanto ci affliggono! 

La balena è il simbolo di ciò che non riusciamo a superare, di ciò che non riusciamo a comprendere. 

Un altro film che a nostro avviso potreste recuperare sotto le vacanze natalizie è sicuramente “Il caso Mattei”, capolavoro di Francesco Rosi con Gian Maria Volontè. In questo film, che non perde il suo fascino nonostante gli anni, si racconta la storia di Enrico Mattei e della sua tragica scomparsa. 

È un film che fa riflettere su tutti coloro che hanno provato a cambiare le cose, ma che a un certo punto si sono dovuti fermare… Un destino simile lo hanno avuto in tanti, in Italia. Da Pasolini a Moro, da Mattei a Borsellino. Il filo rosso che unisce queste grandi personalità tragicamente scomparse è la loro grande propensione a voler davvero cambiare le cose. Ma poi si sono dovute fermare. 

Il cinema ci aiuta e ci aiuterà sempre a riflettere sulla società in cui viviamo. Una società che, più che mai, ha bisogno di rispetto, cultura… Amore. Una società che ha bisogno… di persone pensanti. 

Buon Natale lettori… E pensatori! 

Marco Cassini

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