L’uomo è un animale sociale, pertanto non poteva perdere l’occasione di cavalcare l’era dei social, facendoli diventare occasioni di lavoro. E’ il sogno di tutti, quello di trasformare un divertimento e un passatempo in un lavoro, ecco perché dopo i primi influencer favoriti dalla sorte, ma probabilmente anche dall’inventiva e dal momento giusto, in molti tentano la stessa strada, ormai battuta da troppi imitatori seriali. Le polemiche a riguardo sono motivo di discussioni importanti tra psicologi e sociologi; e se gli influencer fossero lettori seriali? Non giornalisti culturali o critici letterari ma, lettori. Ne parliamo con Chiara Argirò, editor freelance molto seguita su Instagram:
Ciao Chiara, innanzi tutto complimenti per le tue recensioni che riscontrano grande interesse. Ci sono tanti bookstagrammer che tentano di farsi notare ma non hanno molte interazioni come spieghi il tuo successo?
Ciao Ale! Grazie per questa preziosa opportunità e per i complimenti! Sono tredici anni che scrivo recensioni e lavoro ufficialmente come editor da due, il mio profilo ig nasce proprio da un mix di passione e lavoro. La comunicazione è la chiave di tutto. Uno dei miei grandi maestri, Tullio de Mauro, diceva che per farsi capire bisogna scrivere semplice. La professionalità non ha bisogno di ostentazioni ma di condivisione e la qualità dei contenuti fa sempre la differenza.
Recentemente è subentrato Tik Tok, che ha uno stile social diverso da Instagram ed è molto amato dai teenagers. Lo è anche per i contenuti che hanno a che fare con i libri e, se si, funziona di più?
Io non uso Tik Tok, per esempio. Ogni piattaforma ha la sua fruibilità e il suo target. Tik Tok lo vedo lontano dal mondo dei libri per una questione di linguaggio ma dalla sua, ha una viralità dei contenuti più immediata rispetto a Ig ed è riuscito ad avvicinare una grande fetta di giovani al mondo della lettura, e questo è un bene!
Gli influencer hanno una grande responsabilità, poiché sono portatori di messaggi che potrebbero influenzare negativamente, manipolando menti più fragili, personalità in cerca di approvazione, di visibilità. Anche i book influencer hanno questa responsabilità?
Quando si parla di scrittura c’è sempre una responsabilità. Quella dei bookblogger o bookinfluencer è essere onesti, nei confronti di chi legge e nei confronti di chi scrive. Le recensioni negative servono e fanno bene, se scritte con criterio e basate su una critica costruttiva ma questo richiede competenza e una buona dose di…attributi! Diffondere la cultura e l’amore per i libri è un impegno e io non potrei farlo diversamente da così!
Nel ringraziare Chiara, vorrei dire a chi leggerà: fatevi influenzare dai libri e, se non sapete come sceglierli, trovate molti consigli di lettura anche nel virtuale. Ultimamente ho visto consigliare bei libri da Jovanotti e Vasco, ma questa è un’altra storia, una storia influenzabile…
Alessandra De Angelis