La 68^ edizione della guida più ambita illumina la penisola con 38 nuove stelle
Da pochi mesi è stata pubblicata la Guida Michelin Italia 2023. A oltre 130 anni dalla sua nascita, ancora oggi conquistare un posto d’onore nel “Piccolo Libro Rosso” si conferma il traguardo più ambito dagli chef di tutto il mondo. “L’obiettivo di una vita” per alcuni, che con costanza e fatica lavorano quotidianamente nel mondo della ristorazione per riuscire a guadagnare (almeno) una stella.
Entrare nel gotha della ristorazione mondiale non è da tutti, ma lo chef Antonino Cannavacciuolo ce l’ha fatta, conquistando la terza stella Michelin con il suo ristorante Villa Crespi di Orta San Giulio. Nell’incantevole cornice del lago d’Orta, all’interno della dimora storica in stile moresco immersa in un parco secolare, il percorso verso questo straordinario successo ha inizio nel 2003 con l’assegnazione della prima stella Michelin, seguita dall’assegnazione della seconda nel 2006. Sedici anni dopo, lo chef campano conquista la terza stella, riconoscimento riservato a meno di 140 ristoranti nel mondo.
“Non trovo le parole giuste per descrivere la gioia, la commozione. Il cuore mi scoppia di emozione, perché dietro questo risultato meraviglioso, c’è il lavoro di una famiglia che da oltre vent’anni non si è mai fermata. Dal primo giorno in cui con mia moglie Cinzia abbiamo messo in piedi Villa Crespi, abbiamo costruito a poco a poco, passo dopo passo, la nostra grandissima famiglia allargata. Insieme condividiamo ogni cosa. Ci sono stati tanti momenti difficili in questi anni, dietro ogni successo c’è sempre molta fatica e ci siamo sempre stretti forte tutti insieme, per trovare una nuova strada e nuovi stimoli. E li ringrazio, per tutti i sacrifici fatti. E non sono stati pochi. La stella è di tutti loro, nessuno escluso. Questo risultato meraviglioso è nostro, un sogno grandissimo che prende vita. Sono grato e felice. Una felicità difficile da spiegare a parole” questo è quello che scrive lo chef Cannavacciuolo sulla sua pagina Facebook per commentare il traguardo raggiunto dopo tanti anni di duro lavoro.
“Nei piatti lo chef Cannavacciuolo ci mette il cuore, anzi l’anima come recita uno dei suoi menù, ma anche tecnica, equilibrio e precisione estetica che si traducono per l’ospite in pure emozioni. I suoi piatti sono creazioni inebrianti dai sapori netti e ben distinti, valorizzati dai percorsi degustazione attraverso i quali si spazia dalla Campania al Piemonte con una disinvoltura che fa apparire semplici le cose più difficili, abilità riservata ai grandi chef” – Sergio Lovrinovich, Direttore Guida Michelin Italia.
Attraverso la conferma di tutti i ristoranti 3 stelle della scorsa edizione, la 68^ edizione della Guida Michelin porta a 12 il numero di ristoranti che “valgono il viaggio” in Italia: Villa Crespi Orta San Giulio (NO) new entry con lo chef Antonino Cannavacciuolo, Piazza Duomo ad Alba (CN) con lo chef Enrico Crippa, Da Vittorio a Brusaporto (BG) guidato dalla famiglia Cerea, St. Hubertus a San Cassiano (BZ) con lo chef Norbert Niederkofler, Le Calandre a Rubano (PD) con lo chef Massimiliano Alajmo, Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio (MN) con lo chef Giovanni Santini, Osteria Francescana a Modena con lo chef Massimo Bottura, Enoteca Pinchiorri a Firenze guidata da Annie Feolde e Giorgio Pinchiorri, La Pergola a Roma con lo chef Heinz Beck, Reale a Castel di Sangro (AQ) con lo chef Niko Romito, Mauro Uliassi a Senigallia (AN) e Enrico Bartolini al MUDEC a Milano.
La cerimonia di premiazione è stata un susseguirsi di emozioni: 38 nuove stelle che hanno interessato 13 regioni delle quali 4 new entry nella categoria 2 stelle, ovvero i ristoranti:
- Acquolina a Roma con lo chef Daniele Lippi che una cucina dove tecnica e fantasia esaltano la materia prima in modo mai banale, ma senza inutili virtuosismi. Tre i menu degustazione che presentano varie visioni della cucina dello chef al centro dei quali domina il Mediterraneo, con i suoi prodotti, i profumi e le sue tradizioni.
- Enoteca La Torre a Roma con lo chef campano Domenico Stile che celebra la creatività con energia, esuberanza e i sapori intensi tipicamente del mediterraneo e della tradizione campana. L’amore per il proprio territorio accoglie tributi alla storia gastronomica della capitale e ai grandi classici della tradizione culinaria italiana per un viaggio goloso e variegato che può portare anche oltre i confini del Bel Paese.
- St. George by Heinz Beck a Taormina con lo chef Salvatore Iuliano. Che vi lasciate guidare dai due menu degustazioni oppure da un pasto alla carta, in tutte le preparazioni troverete la leggerezza, firma del maestro Heinz Beck e tratto distintivo del talentuoso chef calabrese Salvatore Iuliano. La sua proposta di cucina alterna piatti creativi a richiami della tradizione con tributi alla Trinacria, per chi è alla ricerca di una cucina mediterranea lontana dalle convenzioni.
- Locanda Sant’Uffizio Enrico Bartolini a Penango con lo chef Gabriele Boffa. All’interno di un’antica struttura monastica divenuta un raffinato albergo, troviamo ai fornelli uno chef con mestiere e abilità non comuni. Gabriele Boffa, langarolo e profondo conoscitore della cucina piemontese, vanta straordinarie abilità tecniche sviluppate attraverso importanti esperienze maturate nei migliori ristoranti del mondo. La sua cucina spazia dai grandi classici regionali che esegue fedelmente – come gli straordinari agnolotti del plin – a piatti più creativi e innovativi che non tralasciano un legame con il territorio.
Nella Guida Michelin Italia 2023 sono 33 le novità 1 stella. Tra queste, l’assegnazione della prima stella al Cannavacciuolo Vineyard, ristorante a Casanova di Terricciola in provincia di Pisa, guidato dal giovane chef Marco Suriano: un’ulteriore buona notizia per Antonino Cannavacciuolo. Da segnalare, inoltre, l’assegnazione della stella a un ristorante vegetariano, I Tenerumi, ristorante dell’isola di Vulcano, che viene anche premiato con la stella verde per l’impegno per una cucina più sostenibile.
Piera Pastore