Non intendo addentrarmi in tematiche riguardanti la fisica, disciplina verso la quale nutro ammirazione ed apprezzamento per le conquiste che, tramite quegli studi, la civiltà ha compiuto e ci ha portato ad essere quelli che siamo e di cui disponiamo.
Non ho però quella profondità di conoscenze, tale da permettermi di pronunciarmi al riguardo.
Quello che posso dire è che sicuramente la fusione di due nuclei può dare adito ad una energia più pulita, ma ignoro se, per giungere a simili risultati, poi occorrerà provvedere ad un dispendio di risorse in più o ad uno smaltimento di scorie.
Posso dire quello che può suscitare in noi abruzzesi e, in particolare, nei teramani e negli aquilani, che abbiamo ben presente a cosa possa portarci, come effetti negativi, particolari tipi di esperimenti compiuti all’interno dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Tutti noi sappiamo che sotto il traforo del Gran Sasso scorre la giacenza idrica di questa montagna che è ricca di ben sette falde acquifere.
Ancora oggi non conosciamo come sono distinte fra loro le acque di scarico dell’INFN, le acque che devono essere canalizzate ed in perfetta potabilizzazione che vanno a riempire le condutture della Ruzzo Reti, le acque del sistema autostradale con particolare riguardo a quelle che trasudano all’interno delle gallerie.
L’INFN è particolarmente impegnato nell’azione della ricerca riferita al neutrino, apparso in occasione del suo percorso, della distanza di 730 Km. effettuati sottoterra, pari alla distanza tra il CERN di Ginevra ed i laboratori del Gran Sasso.
Quello che a noi cittadini abruzzesi interessa, è che le ricerche dell’INFN non determinino la contaminazione delle acque, il cui fabbisogno riguarda settecentomila abitanti di questa regione.
Non vorremmo che l’Abruzzo, regione montuosa con un limitato numero di abitanti, paghi lo scotto per ricerche compiute all’insaputa di chi risiede in questo territorio, i cui effetti potrebbero essere anche vantaggiosi per la collettività nazionale, europea o planetaria, ma che potrebbero arrecare nocumento ad una ricchezza dal valore inestimabile che è l’acqua del Gran Sasso.
So bene di aver eluso la domanda rispetto alla questione se la fusione nucleare sia una speranza o vada nella direzione di una possibilità illusoria, ma ho il fondato dubbio che non si tenga nella dovuta attenzione chi poi è maggiormente esposto a rischi, cioè i residenti, che sarebbero i destinatari di queste possibili conseguenze nocive.
Ernesto Albanello