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Fusione nucleare: scienza, energia, futuro (prossimo!)

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Fusione nucleare: scienza, energia, futuro (prossimo!)

Era il 16 dicembre dello scorso anno quando dagli Stati Uniti è arrivato l’annuncio della svolta storica” sulla fusione nucleare. I toni trionfalistici meritavano la convocazione della conferenza stampa da Washington, anche se il laboratorio che aveva compiuto il “passo che potrebbe rivoluzionare il mondo” è avvenuto sulla altra costa, quella della California. Cosa è accaduto (a parole è davvero semplice questa volta): per la prima volta è stata prodotta più energia di quella necessaria per innescare la fusione stessa. Tecnicamente: energia pulita, inesauribile e a basso costo. Facile capire i toni e i paragoni che hanno rimandato in chiave solare dritti a Gino Paoli: come avere “il sole in una stanza”. Perché ha di fatto riprodotto proprio il processo che avviene nel cuore della stella madre del sistema solare. Questi i fatti e l’eccesso di poesia è comprensibilissimo. Specie di questi tempi!

Cosa è accaduto? 192 fasci laser sono stati sparati in qualche miliardesimo di secondo nel National Ignition Facility californiano in una camera a vuoto con dentro un minuscolo cilindro dotato di una capsula sferica di tre o quattro millimetri di diametro con un guscio di deuterio e trizio. Attraverso i fori del cilindro, i fasci laser hanno colpito la parte interna del contenitore, generando dei raggi X. Questi hanno colpito il guscio della sferetta che viene trasformato in plasma: un gas di particelle elettricamente cariche che comprime il deuterio e il trizio fino a ottenere la pressione e la temperatura necessarie ad innescare la reazione di fusione. Un esperimento tentato molte volte prima, ma che solo questa per la prima volta ha visto il combustibile rimanere abbastanza caldo, denso e in circolazione da accendersi, producendo più energia di quella dei laser – due mega joule – e generandone circa tre in uscita: un guadagno di 1,5 mega joule

Ma quando arriva questo Sole a casa? “Questa è stata una accensione, per una sola volta, di una capsula ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di innesco per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli. Ma con sforzi e investimenti concertati, e alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire una centrale elettrica“.  Sono parole di Kim Budin. Quindi è la stessa direttrice del laboratorio nazionale Lawrence Livermore, dove il 5 dicembre 2022 è avvenuto con successo questo storico test. Il primissimo passo che tra alcuni decenni forse ci porterà alla commercializzazione della fusione nucleare

La stima degli studiosi è che sarà necessario attendere circa una trentina d’anni affinché dalla sperimentazione si abbiano reattori in grado di alimentare le nostre città a emissioni zero. Saranno tempi di grandi sfide per la scienza: tante quelle tecnologiche poste da questo esperimento che devono ancora essere superate. C’è anche un reattore chiamato Iter in Francia che sta lavorando alla fusione a confinamento magnetico. Quindi ancora fusione, ma da elementi diversi. Siamo allo stato della dimostrazione scientifica in America: un passo importantissimo. Per lo standard allo studio dei francesi, per esempio, la stima è che serviranno una quindicina d’anni ancora. Siamo più avanti. Sperando che i nostri comportamenti – intesi come umanità tutta – ci garantiscano tempo per vedere finalmente il “Nucleare Pulito”.

Angela Oliva

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