Quando decenni fa, ormai, esplose il successo del ragionier Fantozzi, mi stupii: non trovavo divertente la parabola di una vita all’insegna della mediocrità più estrema, senza slanci, in cui l’ossequio falso ai superiori si coniuga al più spregiudicato opportunismo! Ancora oggi, sono citati certi episodi, tipo “la nuvola del maltempo che accompagnava le ferie del ragionier Fantozzi”, oppure il servile atteggiamento davanti al direttore megagalattico: perché?
Credo che ognuno di noi sappia la risposta: fantozzi con la lettera minuscola abita dovunque, e lo abbiamo incontrato anche noi! Il ragionier Fantozzi, secondo me, è il volto dell’uomo lasciato solo, del poveraccio che non può contare su una solida rete di relazioni, e trova nella realtà lavorativa un’identità, magari scadente, ma almeno qualificante in qualche modo! Sarà un caso che i giovanissimi non si iscrivono più numerosi come una volta all’Istituto Tecnico Commerciale per ragionieri, trasformato nel tempo anche nel nome, in corso Amministrazione Finanze e Marketing, per avere più appeal? Il fenomeno Fantozzi va ridimensionato, per evitare confusioni: gli Italiani sono persone attive, laboriose, intelligenti come dimostra la nostra storia di artisti affermati in tanti campi e di successo umano e professionale di tanti, e di questo dobbiamo raccontare, per dare motivo di sano orgoglio a tutti, specialmente oggi, che le circostanze chiedono una spinta in avanti, per uscire dalle varie crisi, su cui ormai non possiamo più scherzare!
I conformisti fantozziani si comportano in modo da dare una falsa buona impressione: nelle situazioni che richiedono coraggio, le regole secondo loro possono essere bypassate senza scrupoli, perciò non sono apprezzabili!
Allora, ragionier Fantozzi lasci il posto ad altri: ora, abbiamo bisogno di caratteri determinati, non di chi aspira al comfort zone come ideale di vita! Per sfuggire agli impegni, Fantozzi ha dimenticato di essere se stesso…peccato…”
Paola Giorgi