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“…e anche quest’anno se lo semo…”

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“…e anche quest’anno se lo semo…”

Buoni propositi: un rito a cui viene spontaneo aderire

Permettetemi la semi-citazione da Vacanze di Natale, uno dei primi film che hanno dato il via al filone dei cinepanettoni: la frase si riferiva al Natale, ma va bene pure per Capodanno.

Come tutti gli anni, tutti noi ci fermeremo a pensare ai buoni propositi per il nuovo anno: alcuni lo faranno in modo sincero, altri in modo quasi distratto e li dimenticheranno alle 00:03 del primo dell’anno, ma è un rito a cui ci viene spontaneo e automatico aderire.

E che fine fanno tutti questi buoni propositi, queste buone intenzioni? Eufemisticamente, non tutti vedono la luce, ancor di meno ne arrivano a buon fine: perché? Possibile che non abbiamo abbastanza volontà e determinazione di raggiungere gli scopi che ci prefiggiamo, anche quelli più facili? Io credo che non sia solo una questione di volontà, ma anche di metodo: una regola fondamentale della matematica dice che cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia, regola che vale anche nella nostra vita.

Alla fine dell’anno si chiudono sempre dei bilanci (civilistici e non…) e c’è sempre qualcosa che non è andato come ci eravamo prefissati: spesso la realizzazione di un obiettivo non è basato su una serie di azioni concrete da implementare, ma nella speranza che il fato ci dia una mano. Fermo restando che non abbiamo nelle nostre mani il controllo del 100% degli eventi che ci riguardano, in realtà ne abbiamo comunque la stragrande maggioranza, perciò quasi tutto ciò che ci accade dipende da noi.

Prima di fare gli ennesimi buoni propositi per l’anno nuovo, dovremmo chiederci (e rispondere sinceramente): vogliamo davvero raggiungere tutto ciò? Io non do per scontata una risposta affermativa: in questo caso dovremmo ricordarci una frase di Einstein, che disse che “…c’è una forza motrice più potente del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà…”. Se non abbiamo la volontà di fare qualcosa, incluso il cambiare le nostre abitudini, non saremo in grado di raggiungere nuovi traguardi: un’altra frase notevole, erroneamente attribuita al primo Nobel di cui sopra, dice che è da folli fare le cose nello stesso modo e attendersi risultati diversi dal passato.

Detto ciò, lasciamo da parte le buone intenzioni da film americani su Miss Universo e diamoci perciò degli obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili, che ci interessino davvero, così da far scattare quella sana competizione con noi stessi e che ci porti a vincere grazie alla nostra volontà.

Il cambiamento è contagioso e la volontà è il veicolo che lo trasmette: dopo aver pensato egoisticamente ai nostri obiettivi, non dimentichiamo che i nostri cambiamenti (e il drive che ci spingerà nell’applicarli) ci renderà diversi agli occhi del nostro entourage e farà scattare in altri la molla dell’emulazione. E i cambiamenti più sono grossi e numerosi, più sono dirompenti e forieri di nuove opportunità, per tutti.

È Capodanno: mi fermo qui e non vi tedio oltre sulla spinta al cambiamento, aggiungendo solo una nota personale. Una delle poche cose che non cambierò mai è il mio morboso attaccamento al panettone: che peste colga chi osa toccare la mia fetta, incluse le molliche!

Buon anno a tutti, con l’augurio che la volontà vi spinga ad effettuare i necessari cambiamenti di vita e a realizzare tutto ciò che (ragionevolmente e non) desiderate!

Gerardo Altieri

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