Crisi culturale, implicazioni del caro energia

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Come si comporta il mercato online del libro?

Per rispondere alla domanda mi sono rivolto a Sergio Malavasi, libraio antiquario di Milano e fondatore di Maremagnum.com, la più importante piattaforma italiana per la vendita online di libri antichi, usati e fuori catalogo. Ed è anche la più longeva, motivo per cui ho pensato di chiedere lumi a chi ha visto nel tempo molte oscillazioni del mercato del libro. Giusto per capirci: Maremagnum.com nasce nel 1995, più o meno nello stesso anno in cui, negli USA, Jeff Bezos inaugura Amazon. 

La crisi c’è. Come si comporta il mercato online del libro?

“Dopo il forte aumento di vendite registrato durante la pandemia, stiamo ora assistendo a un’inversione della curva degli acquisti. Ce lo aspettavamo, terminato il lockdown, i lettori hanno ricominciato a spendere nelle librerie fisiche, ma soprattutto nella ristorazione e nel turismo, due mercati enormi, rimasti fermi a lungo. La vendita online di libri ha vissuto una stagione di vendite in forte aumento, anche se avremmo preferito che non fosse dipesa da un’emergenza sanitaria. Il problema è che, adesso, gli acquisti sono al di sotto della soglia critica, principalmente per due ragioni. La prima è legata all’attuale crisi energetica. Con l’aumento del prezzo del carburante, il costo medio delle spedizioni ha subito un rincaro che si ripercuote sulla scelta decisionale d’acquisto del cliente. La seconda ragione è sintomatica e riguarda la continua diminuzione del prezzo medio del libro”.

Come mai è sceso il prezzo medio del libro?

“È una tendenza generale del mercato. Mi riferisco al libro usato ‘comune’, degli ultimi 20-30 anni. Esiste un limite inferiore, già raggiunto su molti siti americani, tale per cui ci sono online milioni di libri a un dollaro. Tutto ciò dipende dalla capacità di molti venditori di industrializzare, e quindi ridurre sensibilmente i costi dei tre fattori principali nella composizione del prezzo di un libro usato: acquisizione, catalogazione, immagazzinamento e spedizione. In Italia abbiamo alcuni protagonisti del mercato che hanno seguito il modello americano e che sono riusciti a sfruttare grandi capannoni, in località decentrate, con costi per personale molto contenuti. Questo ha permesso loro di industrializzare il processo di acquisizione del libro. Inoltre aumentando l’offerta su un gran numero di titoli, scatta il meccanismo base di questo mercato: vince chi offre il prezzo più basso”.

La diminuzione riguarda anche il numero di clienti?

“Su Maremagnum esistono due tipi di clienti: il collezionista e il lettore occasionale. Il primo non si preoccupa dell’aumento del costo della spedizione, poiché i libri ricercati sono spesso e volentieri rari e in quantità singola. Non può e non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione. Il secondo di solito non acquista più di una volta, a meno che non sia un cosiddetto lettore forte. La mia previsione: anche noi raggiungeremo prezzi a 1€ per l’usato di scarso valore sia contenutistico che collezionistico. Il buon libro da collezione invece potrebbe riuscire a sopravvivere a questa generale diminuzione di prezzi”. 

Per risparmiare, il libro usato sarà preferito a quello nuovo?

“Nello stato di emergenza è ragionevole che una piccola percentuale di ordini possa provenire dagli acquirenti di solo moderno, anche se per pregiudizio un gran numero di lettori non ha mai avuto a che fare con l’usato. C’è da sperare che almeno la crisi possa far avvicinare più lettori al mondo del libro usato. Il problema rimane comunque l’aumento della spesa di spedizione”.

Lo Stato italiano non potrebbe intervenire?

“È sempre e solo intervenuto a favore del mondo del libro nuovo, perché più grande. Quello dell’usato a paragone vale circa un decimo in termini di fatturato. Lo si è visto durante il Covid quando il ministro ha tenuto aperte le librerie di moderno dimenticandosi di quelle dell’usato. Per includerle c’è stato bisogno di forte impegno da parte di alcuni librai romani. Per l’online, per le spedizioni, sarebbe bello seguire l’esempio della Francia: dall’anno scorso lo Stato francese eroga a librai ed editori un contributo per la spedizione di libri francesi all’estero. Un rimborso che ammonta circa alla metà dei costi. Il punto è che in Italia il Ministero della Cultura ha un contatto solo con i presidenti delle associazioni Editori e Librai (AIE e ALI). Non è mai esistito un contatto con ALAI, l’associazione  delle librerie dell’antico e dell’usato. È stato chiesto più volte, ma senza ricevere risposte. Aggiungo che anche il mondo delle fiere e dei mercati del libro è in sofferenza. Con l’aumento dei costi, a partire proprio da luce e gas, molti di essi sono costretti a chiudere i battenti. Un esempio è il Salone della Cultura di Milano che quest’anno non si terrà”.

Marco Bosio

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