Leggenda narra che un giovane ragazzo romano venisse bocciato al corso di recitazione dell’Accademia dei filodrammatici a Milano. Leggenda narra che, nonostante lo spiacevole episodio dell’Accademia dei filodrammatici, quel ragazzo cominciasse comunque a muovere i primi passi nel mondo del cinema.
Leggenda narra che quel giovane attore venisse additato dalle produzioni romane come la causa di un possibile “disastro commerciale” al botteghino. Per questa ragione, dunque, non doveva essere selezionato da nessun regista!
Leggenda narra che quel giovane attore si chiamasse… Alberto Sordi.
Queste le parole di Federico Fellini, che in lui ha praticamente sempre creduto nonostante tutto:
“Nelle prime venti copie de “I Vitelloni”, nei titoli di testa, il nome di Sordi non c’è. E nei primi manifesti che ha fatto l’ENIC, la casa di distribuzione, non c’è il nome di Sordi. Cioè, alla fine, hanno ceduto a farmelo prendere, a patto però che collaborassi a far sapere che non c’era”.
Le parole di Federico Fellini sono precise, pungenti, reali.
Di episodi come questi, nel nostro Paese (ma non solo), ce ne sono stati tantissimi.
Durante il 50esimo anniversario del film “Il Padrino” al Tribeca Festival, Al Pacino racconta:
“La produzione stava per cacciarmi (dal set) ma Francis ha voluto anticipare le riprese della sequenza ambientata al ristorante in cui uccido un poliziotto. Quella scena, in effetti, piacque tanto! Più in là, Francis mi disse che lo studio apprezzò!”. (Fonte Variety)
Ma è davvero possibile che due mostri sacri come Sordi e Al Pacino (senza citare tutti gli altri!) siano stati messi in discussione in modo così pesante?
La risposta è sì.
I produttori che erano a Roma nel periodo in cui Federico Fellini muoveva i primi passi non erano proprio degli sprovveduti. E si dia il caso che “Il Padrino” sia stato prodotto da Paramount Pictures Studios oltre che da altri produttori di altissimo livello. Insomma, non stiamo parlando di gente presa dalla strada. No. Ed è abbastanza evidente anche come alla Filodrammatici di Milano se ne intendano eccome di recitazione, altrimenti non starebbero in piedi dal 1796!
Si, Sordi è stato messo in discussione. E così Al Pacino. Ma purtroppo succede.
Non per questo, però, dobbiamo fermarci alla prima avversità.
Se guardiamo un attimo indietro, alla nostra vita, quante volte qualcuno si è sbagliato su di noi? Quante volte quelle che erano delle previsioni sicure si sono rivelate poi assolutamente inesatte?
Se riportiamo questo principio in moltissimi altri ambiti, aldilà del mondo del cinema e del teatro, è facile accorgersi di quanto sia pericolosa questa mentalità.
“Si sono sbagliati, e siccome si sono sbagliati, allora non meritano la mia attenzione e la mia fiducia”.
E così, alla fine, ha sempre e solo ragione chi fa di testa sua. Chi va contro tutte le regole e alla fine ce la fa. Chi dice sempre di no perché ha sempre ragione.
È un pensiero pericolosissimo, questo. Perché ci fa mettere in discussione anche i “luoghi del sapere” che abbiamo consolidato in secoli di storia. Ci fa mettere in discussione chi ha anni di esperienza su determinato settore e tutt’a un tratto pretendiamo di saperne più di lui.
Siamo tutti umani. E gli umani sbagliano. Sbagliamo tutti. Anche quelli con l’esperienza maggiore. Anche quelli più bravi.
Il cinema è pieno di agenti che si sbagliano, di produttori che si sbagliano, ma che pure hanno un curriculum di tutto rispetto.
Gli ospedali sono pieni di medici fantastici che possono sbagliarsi.
Il corriere più esperto può sbagliare strada e consegnare il pacco Amazon nel posto sbagliato. Succede.
Ma non per questo bisogna mettere in discussione tutto.
L’errore è umano. Pretendere che non ci sia è come confidare a sé stessi di sentirsi di non essere umani ma esseri superiori.
Se la guardiamo da questo punto di vista la storia di Pacino e Sordi ci insegna a non mollare alla prima sconfitta, a non cadere giù dal palco non appena una folata di vento ci spinge via, senza necessariamente mettere in discussione tutto.
Il cinema, poi, ci insegna che un pensiero può diventare reale, se lo immaginiamo molto bene.
Il 15 Giugno sarebbe stato il compleanno di Albertone.
Noi de “La Città Magazine” lo vogliamo ricordare così.
Marco Cassini