
Ve lo scrivo sin da subito: stavolta la polemica sarà chiara come il sole, per niente edulcorata.
Tutti noi (forse) vogliamo difendere il nostro pianeta, tutti noi vorremmo strategie politiche atte a contribuire allo stimolo economico, che sfoci poi in una auspicata (non da tutti) creazione di posti di lavoro. Troppo spesso però le cose vanno in modo opposto ai buoni propositi iniziali (in questo caso molto, ma molto teorici), quasi sempre a causa di personaggi che si credono degli statisti, ma che hanno meno acume e visione strategica di un venditore di frigoriferi al Polo Nord.
110%, ovvero spendi 100 per dei lavori su uno o più dei tuoi immobili e lo Stato, cioè tutti noi che paghiamo le tasse (che NON corrispondiamo a tutti gli italiani che lavorano), ti rimborsa come credito di imposta tutto il costo da sostenere, aggiungendoci anche una mancetta.
Sul sito dell’Agenzia delle entrate è descritto in modo chiaro ed esaustivo chi ha diritto ad avere questi soldi e come può ottenerli.
Purtroppo questa legge, proposta dal movimento politico guidato da un comico che non fa più ridere nessuno da tempo e sostenuta da un partito che aveva una certa tradizione politica ormai completamente persa per strada, ha dimostrato subito quello che realmente fosse: una tavanata galattica! (cit. Ezio Greggio)
Partiamo dal fatto che chi ne ha usufruito, non spendendo un centesimo, non si è minimamente preoccupato del costo dei lavori in questione, perciò i lavori sono lievitati esponenzialmente, anche perché la proporzione tra domanda e offerta dei materiali si è immediatamente e ampiamente sbilanciata verso la prima.
Aggiungendo il fatto che gli incapienti hanno potuto cedere il credito ai fornitori o ad intermediari finanziari (le banche, gli istituti assicurativi, la Posta, ecc.), la platea si è allargata a chiunque, evasori fiscali compresi, i quali hanno continuato a dichiarare redditi ridicoli, ma hanno potuto incassare subito quanto speso, in barba alla loro incapienza.
Ultimo, ma non ultimo, è stata ufficiosamente creata quella che i movimentisti di cui sopra auspicavano: una moneta parallela a quella corrente, in quanto cedibile facilmente e velocemente (questi personaggi in origine erano anti UE, poi hanno fatto decine di giravolte e attualmente, credo, siano europeisti).
A corollario del tutto, il livello dei controlli, esclusi gli ultimi mesi, è stato praticamente inesistente. Cosa ne è scaturito? Un contributo importante all’incremento dell’inflazione, la nascita di partite iva senza arte né parte, con contorno di una serie di truffe da far accapponare la pelle.
In sintesi, un distillato in purezza di ignoranza legislativa, dabbenaggine culturale e mire di incremento di base elettorale. La stessa identica considerazione la si può fare pur un’altra genialata: ovviamente parlo del famigerato reddito di cittadinanza. Lapalissiano dire che questo obbrobrio è stato partorito dalle stesse menti movimentistiche siderali, in questo caso supportate da un partito che annovera tra le proprie fila degli amministratori locali spesso capaci, ma che ha un direttivo nazionale che spesso fa a gara di baggianate col movimento di cui sopra.
Queste due iatture legislative hanno mostrano la totale assenza di strategia di sviluppo economico da parte dei soggetti politici che l’hanno messe in piedi, perché si è pensato solo ed esclusivamente al “pasto gratuito” per il gregge elettorale.
Vi siete chiesti quante scuole e quanti ospedali avrebbero potuto essere costruiti o ristrutturati con quella montagna di denaro? Vi siete chiesti quante borse di studio o quanti sgravi per creazione di posti di lavoro si potevano fare con quei soldi? Quanti elettori conoscono la differenza tra politiche attive del lavoro e sussidi a pioggia?
Vi sta venendo acidità di stomaco? Ho raggiunto il mio obbiettivo: ricordatevene quando andrete a votare. Soprattutto andate a votare sempre, che la mente dei personaggi politici menzionati prima continua a partorire non politiche attive di sviluppo, ma solo pericolose e moderne versioni di “panem et circenses”.
Anche stavolta, meditate, gente, meditate…
Gerardo Altieri