Situato nel quartiere Garbatella di Roma, Altrove ha un’anima solidale, un progetto culinario dove il cibo è in grado di abbattere i muri
“Porte aperte sul mondo” è il motto del ristorante Altrove di Roma, realtà figlia del CIES Onlus, Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo, che da più di 30 anni promuove l’inclusione sociale di donne, giovani vulnerabili, migranti, seconde generazioni, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e il cui scopo primario è proprio quello di comunicare, attraverso il cibo, la bellezza delle varietà culturali e delle singole identità, in una visione che fa delle differenze il punto di forza.
Qui etica, multiculturalismo, solidarietà e inclusione sociale sono gli ingredienti principali che rendono speciale la cucina di Altrove. Il ristorante ha aperto nel 2017 con l’obiettivo di offrire una proposta gastronomica senza confini: proprio come lo è la squadra (dalla cucina alla sala troviamo professionisti di tante parti del mondo e d’Italia) guidata dalla executive chef Barbara Agosti.
“Noi non facciamo ‘cucina etnica’ perché questi termini non significano niente. Tutte le cucine sono ‘etniche’. Una cucina è etnica nel momento in cui sposa una tradizione ed è espressione di una cultura culinaria, è etnica quando rappresenta il percorso agroalimentare di un paese. La nostra è una cucina che sposa diversi sapori e tradizioni, diverse scuole e le mette assieme per creare un piatto speciale” così si racconta Altrove.
La diversità come ricchezza quindi, anche sulla tavola. Da Altrove lavorano giovani provenienti da tutto il mondo anche grazie al progetto di formazione di gastronomia interculturale “MaTeChef”. Un progetto solidale, totalmente gratuito, che ha l’obiettivo di creare posti di lavoro e professionalità per i soggetti più deboli quali: rifugiati, minori non accompagnati e giovani italiani che vivono condizioni di disagio. Un vero e proprio percorso formativo condotto da chef professionisti che garantiscono figure della ristorazione quali aiuto-cuoco, aiuto-pasticcere e operatori di sala-bar all’altezza del compito. Ciascun beneficiario del progetto frequenta 90 ore di corsi professionali di ristorazione lungo un periodo di tre mesi prima di iniziare a lavorare nel ristorante. Per le 100 ore di formazione-lavoro gli apprendisti ricevono una retribuzione, affinando e mettendo in pratica al contempo le capacità acquisite durante il corso. Ciò non contribuisce soltanto ad accrescerne l’autostima e le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, ma dà anche sollievo e supporto finanziario alle loro famiglie.
Altrove, grazie all’esperienza della chef Agosti, propone piatti che fanno fare il giro del mondo e aprono nuove rotte, capaci di sconfinare, sperimentare e combinare sapori, culture e tradizioni gastronomiche differenti, dando vita ad una cucina al tempo stesso locale e globale. Una cucina che parte da Roma, viaggia per molte regioni italiane, attraversa l’Oriente, l’Africa e il mondo, per poi tornare nella Capitale, e più precisamente nel cuore popolare di Roma: Garbatella/Ostiense.
Tra i piatti di Altrove è possibile trovare: Norma incontra Babaganoush (Tonnarello artigianale al pomodoro, crema di melanzane, basilico, melanzane fritte, ricotta salata), Cacio&Pepi (Tonnarello artigianale acqua e farina, pecorino romano, blend di 7 pepi: Madagascar, Sarawak, Tellicherry, Penja, Assam, Malabar, Pepe nero italiano), La coda incontra il cacao (Coda in umido servita con riso speziato, grue di cacao, sedano croccante), Orient Express (Pollo fritto e saltato in padella con julienne di verdure, riduzione di balsamico ed erbe aromatiche servito con riso basmati speziato), Kulfi (Semifreddo alla vaniglia, zafferano e cardamomo con granella di pistacchio iraniano, salsa inglese profumata alla rosa, gelée di passion fruit).
Piera Pastore