Vedere i volontari di Legambiente ogni anno pulire alla vigilia dell’estate le nostre spiagge in tutta Italia è un gesto d’amore e rispetto per la Natura e, allo stesso tempo, verso tutti noi che ne usufruiamo. E per fortuna non sono i soli esempi: da chi presta servizio sulle rompighiaccio, alle molte Ong, oppure il WWF, la LIPU, solo per citare i nomi più noti ai più. Spesso sono attività faticose, ma anche una delle forme di volontariato più altruistiche, accanto a quelle che si prendono cura delle persone che maggiormente hanno bisogno.
Come ha spiegato Papa Francesco: “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.”
È quel grande valore aggiunto – tutto umano – che genera specie nelle attività connesse all’ambiente in generale un fattore di accelerazione della qualità della vita della collettività.
In un qualche modo lo sono anche quelle piccole attività – certo più lunghe a produrre effetti e meno appariscenti – come la raccolta differenziata, ridurre gli sprechi, comprare di meno. Uscire il più possibile dalla spirale consumistica in senso lato che per tanti anni è stata è un vero e proprio stile di vita: anzi spesso la consacrazione di essere arrivati… non era più solo un solo aver raggiunto l’ambito status quo, ma sentirsi vivi solo attraverso quei comportamenti.
Oggi la sensibilità è assai cambiata: si è compreso come anche quei momenti di compensazione emotiva che il consumismo portava con sé ci concedevano soltanto la parvenza di momenti di felicità reali e duraturi. In realtà gli effetti – questi sì davvero duraturi – oggi appaiono chiaramente come quelli che hanno messo e stanno mettendo a rischio il futuro di tutti noi, specie delle future generazioni.
Ma sono proprio i più giovani – in grande numero e insieme, come dimostrano il successo dei Friday For Future – che stanno orientando a gusti e azioni più sostenibili. Anche il loro condividere queste forme di protesta è un segno – per certi versi che ci riporta alle atmosfere sessantottine – di una rivoluzione culturale, comportamentale che è collettiva, altruistica e che in qualche modo profuma di felicità futura dal momento che ci migliora la vita.
Angela Oliva