I genitori “millennial” scelgono cibi a base vegetale trasmettendo l’etica vegana ai figli
Non si può cambiare il mondo se non si parte dalle nuove generazioni. E sul tema della sostenibilità alimentare i giovani stanno guidando il nostro Pianeta verso il cambiamento. È quello che è emerso dal Rapporto Italia 2022 di Eurispes, un ente privato che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale e che realizza indagini su base annuale.
Dallo studio emerge che sempre più persone scelgono di non essere più onnivore, preferendo la dieta vegetariana o vegana e dando ascolto ai propri principi etici o morali. E questa scelta di un’alimentazione 100% plant-based è più diffusa tra la fascia di popolazione più giovane, con il 4,8% di chi ha tra 18 e 24 anni; al polo opposto, invece, si trovano gli over 64 con lo 0,2%. La maggior adesione all’alimentazione vegetariana si riscontra invece nella fascia di età che racchiude i 25-34enni (6,4%).
Dietro la decisione di adottare una dieta vegana o vegetariana possono esserci diversi motivi: c’è chi lo fa per ragioni di salute o chi, mosso da una profonda convinzione etica, elimina la carne e i suoi derivati per motivi legati all’ambiente. Gli allevamenti intensivi di animali infatti contribuiscono alla produzione di gas serra, al consumo dell’acqua potabile e allo sfruttamento del suolo. La stessa FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stima che l’industria alimentare sia responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra e che l’80% di queste siano riconducibili alla produzione della carne e dei derivati animali.
Molti ragazzi, soprattutto i più giovani, hanno iniziato ad assumere maggiore consapevolezza riguardo le tematiche ambientali grazie alle manifestazioni globali del movimento #FridaysforFuture e della sua ideatrice, Greta Thunberg. La giovane attivista svedese ha dichiarato più volte di essere vegana, spiegando come l’interesse e l’amore nei confronti del pianeta e della natura dovrebbero spingerci a rivalutare le nostre scelte alimentari. In molte occasioni Greta Thunberg ha spinto i suoi sostenitori ad adottare una dieta vegana, l’unica, a suo parere, che potrebbe davvero proteggere il nostro ecosistema. Sulla scia di queste parole, giovani da tutto il mondo hanno deciso di adottare comportamenti differenti e maggiormente sostenibili, in linea anche con due degli obiettivi dell’Agenda 2030 (“Lotta contro il cambiamento climatico” e “Vita sulla terra”). La Gen Z (la generazione dei nati tra il 1996 e il 2012) nel suo insieme, è più consapevole delle generazioni precedenti di ciò che mangia e di come le proprie azioni influiscono sull’ambiente circostante. Secondo il Capgemini Report del 2020 quando fanno la spesa, il 72% della Gen Z e il 66% dei Millennial (la generazione dei nati tra il 1981 e il 1996) sono disposti a pagare di più per gli alimenti biologici, e in effetti lo hanno fatto l’ultima volta che hanno comprato prodotti alimentari, rispetto al 56% dei boomer (la generazione dei nati tra il 1946 e il 1964).
Sempre secondo il Rapporto Italia 2022 di Eurispes sono i giovani che hanno tra i 25 e i 34 anni a risultare più attivi nel tentativo di coinvolgimento di familiari (71,4%) e conoscenti (52,4%) a seguire un’alimentazione vegetariana. I millennial stanno infatti creando un nuovo modello “sostenibile” di genitorialità, plasmando profondamente i loro figli. Sono di fatto la nuova generazione di genitori e per questo, sta crescendo anche il numero di bambini vegani. A confermarlo uno studio americano commissionato dalla Impossibile Foods dal titolo “Kids in the Kitchen – Accelerating the shift to a sustainable food system” (Bambini in cucina: Accelerare il passaggio ad un sistema alimentare sostenibile).
I genitori “millennial” stanno introducendo consapevolmente più cibi a base vegetale durante i pasti in famiglia, trasmettendo la loro etica vegana ai figli: quelli con bambini hanno maggiori probabilità di consumare prodotti vegetali o vegan meat rispetto alle famiglie senza figli. Il 72% dei millennials con i bambini consumano carne a base vegetale più spesso, contro il 60% di quelli senza figli. Questo cambiamento significa per i più piccoli un’educazione sostenibile sempre più precoce, che favorisce lo sviluppo di uno stile di vita “abituato” ad un’alimentazione vegetariana molto prima rispetto a quanto avveniva in passato. Sui temi di sostenibilità ambientale e alimentazione, il banco di scuola è infatti la tavola dove ogni giorno la famiglia si ritrova: qui si insegnano ai bambini le abitudini e le buone pratiche che possono generare un vero cambiamento per il futuro di tutti.
Piera Pastore