
“Un pessimista è uno che crea difficoltà dalle sue opportunità e un ottimista è colui che crea opportunità dalle sue difficoltà” Harry Truman
Misurare le esigenze di ognuno è cosa apparentemente facile se non si sa ciò che realmente si vuole. Partendo dai bisogni per arrivare ai desideri c’è molta strada da fare, tenendo conto del fatto che a quei desideri è necessario attribuire un valore. Dato da cosa? Se per arrivare a realizzare un sogno, raggiungere un obiettivo, costruire qualcosa, occorrono soldi, sarà dato dal significato ad essi attribuito. In fondo le banconote sono pezzi di carta e le monete leghe di materiali a strati, è la convenzione tra gli utilizzatori e non ciò che vi è stampato, ad attribuirgli un valore. Vero è che senza si vive male e che è necessario avere un gruzzolo per far fronte alle semplici esigenze quotidiane. Dunque qual è il reale valore del denaro? Quello che genera portandolo in tasca o quello che gli attribuiamo? Il lavoro che svolgiamo può essere convertito, spiegato in termini monetari? Siamo vincolati dalla legge del padrone che vieta di produrre nuova moneta. L’inflazione aumenta, il costo della vita aumenta, le imprese soffrono, il lavoro diminuisce, i salari scendono, cosa si fa?
Il vangelo ci insegna a dividere con altri ciò che si ha, in modo che tutti ne abbiano una piccola parte e nessuno soccomba. Il problema risiede nel reperimento di materia prima da poter condividere: e se il denaro non fosse denaro e se esistesse un modo per aggirare l’ostacolo? In Europa gli euro sono diventati scogli, barriere che impediscono alle filiere di produrre lavoro proprio perché mancano e nessuno riesce più a erogare liquidità. Ma senza come si fa? Se io fossi Stato potrei dire: “Investite e fate impresa”, se sapessi che nessuno vi darebbe soldi per gli investimenti e, peggio ancora, se sapessi che poi ve li dovrei richiedere indietro sotto forma di tasse e tributi? Eppure accade, e non c’è via d’uscita per chi di impresa vive creando, non dimentichiamolo mai, posti di lavoro, oltre a far alzare il PIL e far girare l’economia. Molti contestano un governo che non è al servizio dell’impresa ma di chi detiene potere finanziario. E allora scendono in campo le criptovalute, sistemi di pagamento alternativi, carte prepagate e finanziarie con tassi altissimi. Ma l’opportunità esiste e convive con l’euro. L’opportunità è disciplinata dallo Stato per legge, ma nessuno prima aveva mai pensato di attivarsi in questa direzione. si chiama Abrex srl, è un circuito di credito commerciale che può diventare una valida alternativa all’euro e che permette di monetizzare utilizzando un sistema di pagamento senza euro, con movimenti su un conto senza costi, senza bisogno di spostarsi, ma con una squadra di persone a disposizione ogni giorno che segue passo passo chi decide di aderire a questo rivoluzionario sistema. Di innovazione si parla in questa giovane start up che ha prodotto, dal 1 gennaio 2021 ad oggi un transato pari a 3.000.000 di Abrex con 4.700 transazioni da parte di circa 850 utenti e, negli ultimi tre mesi, ha sviluppato un volume pari a 450.000 Abrex con 1.700 transazioni, permettendo agli aderenti alla rete di respirare. Grazie al sistema di scambi le aziende iscritte hanno evitato di staccare assegni o inoltrare bonifici e, con un click sull’applicazione, in pochi secondi, sono riusciti a evitare l’esborso di denaro, Abrex-Euro 1-0 come si legge dai risultati. Il circuito che di fatto è una squadra, è vincente sia sul fronte monetario che su quello sociale perché consolida rapporti umani tra persone mettendo in primo piano il fattore umano, affiancando le imprese e sostenendole, regalando loro una motivazione in più, quella della speranza che un futuro migliore nel mondo delle partite iva è possibile ma si costruisce offrendo nuove opportunità e lo si fa insieme. Un pensiero che diventa azione e forza, che scaturisce dalla determinazione di chi ha esposto un nuovo metodo, non una soluzione, che esiste grazie a questa volontà e all’entusiasmo di chi ha deciso di sposare un’alternativa che, diversamente, non avrebbe mai avuto.
“Esiste un attimo in cui tutto ti sembra così ordinario, che in quel momento puoi decidere di riordinare l’ordinario o di fare qualcosa di nuovo e straordinario.” Caterina Carbonardi
Maria Zaccagnini