Tempus fugit!

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Oggi, si corre troppo! I proverbi, espressione di saggezza antica…non sbagliano! La storia della “gattina frettolosa”, per esempio, avrebbe dovuto metterci in guardia dalla fretta, che è anche “cattiva consigliera” e invece, il nostro stile di vita moderno è all’insegna del correre, inseguiti dagli impegni che invece di diminuire, una volta portati a termine, crescono ancora in modo esponenziale! Cosa sta succedendo? Stiamo sperimentando una nuova povertà: manca il tempo per curare la vita, travolti e stravolti dalla competizione, dal dovere di non deludere le aspettative, di rispondere alle esigenti pressioni professionali, secondo il mantra del profitto e soprattutto per sfoggiare un’immagine da vincente, costi quel che costi! Già Salomone nel Qoelet tra il 200 e il 250 A.C. , metteva in  guardia dalla vanità, e la paragonava ad un correre al vento, ma chi ascolta?

 Sì, lo ammetto tranquillamente: anch’io sono stata schiava del tempo che avevo l’impressione volasse via, e mi affrettavo nelle attività iniziate, nella pazzesca convinzione che, se non concludevo subito, potevo incappare in chissà quale emergenza: blocco di internet, invasioni aliene, catastrofi e allora mi dicevo “Chi ha tempo, non aspetti tempo!”, ma così mi sono persa il gusto del percorso e anche qualche esperienza importante nel turbinio del fare! 

Capita anche a voi? Dobbiamo rallentare!

L’effetto della vita frenetica di oggi non è il benessere: troppa pressione e ritmi convulsi alterano l’umore, rendono insofferenti e i rapporti umani ne risentono!

Allora, perché si corre?

Forse, è una deformazione del famoso “Carpe diem”, di cui è responsabile appunto la precarietà diffusa oggi, che spinge a pensare “Ora o mai più!”. Oppure, è l’ansia d’infinito mal riposta in un attivismo esasperato, l’idea di avere pochi anni a disposizione per realizzare i progetti, o la tecnologia che velocizza la vita e la priva di spiritualità, di spazi per la riflessione e l’ozio creativo: sono diverse cause, che s’intrecciano e sottraggono energia, per cui il tempo pur sfruttato al massimo, perde di valore per l’arricchimento personale, ma bisogna prenderne coscienza, e imparare a staccare la spina dalla fretta! 

Non è facile cambiare stile, né si può improvvisamente interrompere il sistema, ma si può con piccole attenzioni modificare il ritmo delle giornate: personalmente, ho imparato ad alzarmi prima al mattino e a dedicarmi del tempo, con la preghiera, per esempio, o con una passeggiata all’aria aperta, ascoltando musica e leggendo …il resto della giornata ne risente positivamente!

Impariamo ad ottimizzare il tempo libero con attività culturali, invece di ripiegarci sui social, e quanto sperimentiamo ci renderà più esigenti con noi stessi, capaci di scegliere a cosa dedicarci, e così saremo padroni del tempo, non succubi inconsapevoli!

La qualità delle nostre relazioni può essere soddisfacente solo dedicando il tempo al dialogo, agli incontri senza guardare l’orologio: così, avremo dato priorità alle persone e non agli impegni sterili di emozioni vere!

Paola Giorgi

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