Un paese di bella gente
Siamo un Paese estremamente fortunato: noi Italiani siamo davvero bella gente, ma siamo anche aiutati da tantissimi fattori come la natura, i paesaggi, il cibo, la cultura.
Come influenza tutto ciò lo stare insieme? Un pranzo a San Gimignano con un bellissimo e unico panorama sulle colline toscane, un caffè su una terrazza che affaccia su un luogo pregno di storia come Sassi di Matera, un aperitivo con vista sullo skyline della fervida Milano o una cena a Ostuni con vista sul mare e sulla valle d’Itria: come non fanno questi momenti ad ispirare la convivialità?
Abbiamo una ricchezza enogastronomica unica al mondo, unita ad una ricchezza di luoghi e cultura che non ha eguali: noi tutti abbiamo il dovere di essere persone che coltivano e apprezzano lo stare insieme ad altri e contemporaneamente abbiamo il diritto di godere di questi momenti unici, sinoli di tante sfaccettature che la nostra italianità ci regala.
Uno dei difetti che noi italiani abbiamo quando si tratta di analizzare le peculiarità del nostro Paese è quello di vedere troppo spesso il bicchiere mezzo vuoto. I musei la domenica sono chiusi? Vorrà dire che ne godremo durante la settimana. C’è tanto traffico per andare al mare il weekend? All’arrivo l’appagamento sarà ancor più intenso. Prenotare un ristorante in un luogo turistico durante un ponte è un’impresa ardua? Andiamo a cercare locali meno conosciuti: dalle nostre parti ben difficilmente troveremo qualcuno che cuocia la pasta come il ristorante italiano in Norvegia del film “Quo Vado” di Checco Zalone.
Tanti di noi ormai hanno viaggiato all’estero e sono in grado di fare confronti con ciò che gli altri (non) hanno a disposizione rispetto a ciò che ci dona la nostra nazione: quasi sempre l’esterofilia che guida qualche nostro connazionale è del tutto gratuita.
Detto ciò, la nostra cultura millenaria da sempre ha coltivato i momenti di incontro o momenti di raduno: d’altronde il detto “panem et circenses” sintetizza bene come la linea guida della quotidianità sia stata sempre scandita dal godimento dei nostri cibi e degli eventi da vivere in compagnia di altri. Questa sana tradizione è sempre stata coltivata nella vita dei nostri territori, semmai in modo un po’ meno evidente solo nel periodo medievale, così il sinolo gastronomico-culturale non ha mai più abbandonato il nostro popolo, una volta appalesatosi durante l’Impero Romano.
E i giorni nostri? La pandemia ha messo a dura prova questa nostra voglia di stare insieme, ma la tecnologia comunicativa ci ha dato una grossa mano e i rapporti umani sono stati comunque coltivati anche in remoto. Una volta passato quel brutto periodo, la molla compressa del voler stare insieme si è velocemente espansa e abbiamo ripreso con maggior consapevolezza il valore di questi momenti.
La mia spontanea ricerca di convivialità viene messa leggermente a rischio solo da una cosa: i sigari. Anche le manifatture di tabacchi sono una eccellenza italiana, apprezzata soprattutto all’estero, i cui prodotti ben si legano alla convivialità post prandiale: purtroppo non tutti apprezzano le forti note del tabacco e considerano quella combustione alla stregua di quella di uno zampirone. Vabbè: sposto la sedia più in là e continuiamo a chiacchierare sorseggiando anche un amaro (magari Lucano)…
Gerardo Altieri