Immaginiamo un’arteria pulsante che come un fiume viene arricchita da tanti torrenti determinando un sistema di condotti collegati che generano vita e forza. Allo stesso modo nel cuore dell’Abruzzo pulsa il cuore vitale della Green Communities del Parco Regionale Velino Sirente. Trentadue comuni, nelle province di Pescara e L’Aquila, uniti per rigenerare in modo sostenibile il territorio, sostenere l’ambiente e le attività sociali e imprenditoriali. Uniti in un progetto che prevede linee d’azione e strategie mirate ad evitare lo spopolamento, sensibili ai criteri che contrastano l’inquinamento. Un piano di sviluppo che pone attenzione per i territori colpiti dalle grandi calamità naturali, alla gestione del patrimonio agro-forestale, idrico, produzione di energia da fonti rinnovabili, vocazione turistica, edilizia e infrastrutture, efficienza energetica, attività produttive, servizi di mobilità, aziende agricole. Il tutto basato su sistemi smart, di interconnessione tra amministrazioni, cittadini e imprese in una concertazione che porti benefici in ogni ambito, che sia del lavoro, dei servizi al pubblico, della fruizione del territorio, del sostegno nel sociale, pensato in funzione delle quotidiane attività degli abitanti. Uno strumento che introduca collegamenti hi-tech funzionali ed immediati, a valido supporto delle attività affinché tutto si svolga con armonia e in modo efficace e diretto portando benefici all’intera comunità. Un’unione tra realtà diverse ma simili e vicine, che unisce le forze e presenta un territorio riconoscibile per qualità di servizi offerti e proposta. Il polmone verde che fa respirare bene e permette a tutto l’indotto di rinascere traendo forza da ciò che la terra naturalmente fornisce. Senza stravolgere, con rispetto, risorse e unione delle forze è possibile rendere giustizia ad una terra e ai suoi abitanti.
Il progetto è tra i pochissimi selezionati in Italia e finanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, forse andrebbe ribattezzato “opportunità” e non semplicemente progetto, perché di questo si tratta.
Il territorio potrà autodeterminarsi nella strategia d’azione dimostrando che “piccolo è bello” e definendo una strategia replicabile in aree simili.
In questo cambio di paradigma, le aree interne sono viste come un’opportunità e non più come una minaccia. Buon lavoro a tutti e ad maiora.
Maria Zaccagnini